Quando va in pensione chi fa 62 anni nel 2023?

Chi fa 62 anni nel 2023 potrà andare in pensione grazie a Quota 103? Ecco cosa c'è da aspettarsi.
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensione
Foto © Licenza Creative Commons

In futuro si andrà in pensione a 80 anni, l’anno dopo aver trovato il posto fisso“, ha affermato Maurizio Crozza. Una frase emblematica su una questione che desta sempre molte polemiche, ovvero i requisiti necessari per andare in pensione.

Per accedere al trattamento pensionistico, infatti, è necessario essere in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi. Quest’ultimi possono essere diversi a seconda, ad esempio, del tipo di lavoro che si svolge e l’età a cui una persona è entrata nel mondo del lavoro.

Diversi i dubbi su questo trattamento, con il nuovo governo a guida Giorgia Meloni che è al lavoro per evitare il ritorno della Legge Fornero. Ma quando andrà in pensione chi fa 62 anni nel 2023? Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Quando va in pensione chi fa 62 anni nel 2023?

In vista del prossimo anno il governo Meloni starebbe pensando di introdurre Quota 103. In questo caso, pertanto, una persona maturerebbe il diritto alla pensione quando la somma tra contributi ed età anagrafica dà come risultato appunto 103. Allo stesso tempo verrebbero fissati dei paletti sia per l’una che per l’altra componente. In particolare l’età minima per accedere in pensione potrebbe essere fissata a 61 anni, mentre per quanto concerne i contributi il requisito minimo dovrebbe essere pari a 40 anni. Ne consegue che, chi compirà 62 anni nel 2023, potrebbe andare in pensione al patto di aver maturato 41 anni di contributi.

Come cambia l’importo dell’assegno in caso di anticipo

L’introduzione di Quota 103 non dovrebbe prevedere penalizzazioni. Allo stesso tempo, prima di andare eventualmente in pensione con tale misura, è importante che i lavoratori interessati prestino particolare attenzione all’importo dell’assegno. Il semplice fatto di andare in pensione prima, infatti, comporterebbe una riduzione dell’assegno stesso. Quest’ultimo viene calcolato con il sistema misto.

Ovvero viene applicato il sistema retributivo per i contributi versati entro il 31 dicembre 1995.

Questo metodo di calcolo tiene contro dell’aliquota del 2% sugli ultimi anni di retribuzione. Si opta per il sistema contributivo, invece, per i contributi maturati a partire dal 1° gennaio 1996. In questo caso un lavoratore accantona il 33% per ogni anno di retribuzione.

Su tale valore, poi, incide il coefficienti di trasformazione che a 62 anni è pari a 4.770%. All’aumentare dell’età in cui una persona va in pensione, aumenta il coefficiente di trasformazione e di conseguenza l’importo dell’assegno.

Al momento, comunque, si tratta solo di supposizioni. Il governo, infatti, non ha ancora approvato Quota 103. Bisogna pertanto attendere ancora qualche settimana per vedere quali cambiamenti apporterà al sistema pensionistico il nuovo governo e in quali casi un lavoratore che fa 62 anni nel 2023 potrà andare effettivamente in pensione.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Prezzo del BTp 2037 di nuovo a 75 centesimi
Articolo precedente

I rendimenti italiani hanno raggiunto il picco? Il costo rischia di essere esorbitante

Bonus 200 euro ottobre
Articolo seguente

Bonus 200 euro disoccupazione NASpI e DIS-COLL. In arrivo i primi pagamenti