Quante ora bisogna trascorrere con il disabile quando si beneficia del giorno di permesso Legge 104? Come canta Raf con il brano Due: “Io sono qui, come te, con questa paura di amare. Per due minuti, due ore, un’eternità, duellanti nel mare di questa città dove tutti han bisogno d’amore proprio come noi due”. L’amore è il sentimento più forte che possa unire due persone. Proprio in virtù di questo legame si può essere disposti a fare di tutto per garantire il benessere della persona cara.
Lo sanno bene tutti coloro che prestano assistenza ad una persona non autonoma. Un gesto fatto con il cuore, che ha inevitabilmente un impatto non indifferente nella gestione dei vari impegni quotidiani. Proprio in tale ambito giunge in aiuto lo Stato che mette a disposizione delle misure ad hoc, come i permessi Legge 104 per programmare l’orario di lavoro.
Chi ha diritto ai permessi legge 104
Ne hanno diritto i dipendenti a cui viene accertato uno stato di disabilità grave e i lavoratori che prestano assistenza a dei familiari disabili non autosufficienti. I soggetti in questione possono usufruire di tre giorni di permessi retribuiti al mese che possono essere frazionati anche ad ore. In particolare possono farne richiesta i genitori, il coniuge, il convivente more uxorio in caso di unione civile, così come parenti e affini entro il secondo grado. Se i soggetti finora citati sono invalidi, morti o hanno più di 65 anni, inoltre, possono richiedere i permessi Legge 104 anche i parenti e affini entro il terzo grado.
Quante ore devi trascorrere con il disabile nel giorno di permesso 104
Ma quante ora bisogna trascorrere con il disabile il giorno in cui si usufruisce del permesso legge 104, onde evitare di incorrere in pesanti conseguenze, come sanzioni o addirittura il licenziamento? Ebbene, a fornire importanti chiarimenti in merito ci ha pensato la Corte di Cassazione attraverso l’ordinanza numero 11999 del 3 maggio 2024.
I supremi giudici si sono dovuti pronunciare in merito al caso di un lavoratore che ha deciso di contestare il licenziamento. Quest’ultimo dovuto al fatto che il soggetto in questione avesse svolto delle attività non volte ad assistere la mamma disabile mentre usufruiva dei permessi legge 104. Ebbene, la Corte ha respinto il ricorso in questione specificando come:
“il tempo dedicato all’assistenza non deve essere rapportato all’intera giornata ma piuttosto all’orario lavorativo, restando irrilevanti le ore serali e notturne, ha evidenziato che comunque i tempi non erano compatibili con la salvaguardia di spazi temporali adeguati perla cura di esigenze personali di vita dell’assistente”.
La Cassazione ha quindi confermato che il lavoratore non deve stare tutto il giorno a casa del soggetto disabile. Deve però garantire un’assistenza continuativa e stabile, in grado di coprire almeno la durata della giornata lavorativa. In determinati casi comunque, è bene sapere, è possibile allontanarsi. Questo a patto che l’assenza sia breve e volta a svolgere qualche compito a favore del famigliare non autosufficiente.
Ad esempio è possibile allontanarsi dalla casa del disabile per fare la spesa, comprare medicinali o comunque svolgere servizi per suo conto. Non sono invece ammesse le attività non strettamente collegate all’assistenza del soggetto disabile. Queste condotte vengono considerate un abuso e il lavoratore può essere licenziato per giusta causa. Ma non solo, può anche essere denunciato per truffa aggravata nei confronti dello Stato, poiché beneficia in modo indebito di un trattamento economico, senza però adempiere ai propri doveri.