Nel corso del 2020 sono state aperte circa 464.700 nuove Partite IVA, di cui 215.563 soggetti hanno aderito al regime forfettario.
Sono questi i dati pubblicati dall’Osservatorio sulle Partite IVA pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze.
Rispondiamo ad un quesito che ogni giorno si pongono molti aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi:
“Conviene aprire Partita IVA? Quanto costa aprirla? Quante tasse paga chi lavora a Partita IVA? Quale regime fiscale scegliere per risparmiare le tasse?”.
Sono tanti i dubbi che sorgono in sede di valutazione dell’apertura della Partita IVA, ma ancora di più riguardo la gestione ed i costi di mantenimento della Partita IVA.
Ecco la guida semplice che ti spiega quando conviene aprire Partita IVA e quante tasse si devono pagare ogni anno.
Apertura Partita IVA: quando conviene?
Prima di rispondere al quesito “Quante tasse paga chi lavora a Partita IVA?”, vediamo quando conviene aprire Partita IVA.
Il lavoro autonomo o avviare un’impresa oggi è una scelta che molti intraprendono per ottenere una maggiore libertà lavorativa e al contempo gestire al meglio le proprie capacità impiegandole in un lavoro in proprio.
Aprire la Partita IVA non deve essere una soluzione di ripiego, ma deve essere un’opportunità di guadagno e per realizzare un sogno nel cassetto.
Aprire la Partita IVA diventa una necessità nei casi in cui si decida di svolgere in modo autonomo e professionale un’attività imprenditoriale.
Dunque, per emettere fatture o per incassare dai clienti, aprire Partita IVA diventa una necessità.
Aprire Partita IVA: quante tipologie esistono?
Le tipologie di Partita IVA che si possono aprire in Italia sono:
- Ditta Individuale: è dedicata a coloro che devono registrare la loro attività nel Registro delle Imprese in Camera di Commercio. Questa tipologia di Partita IVA è necessaria per chi vuole aprire un’attività dedita al commercio di beni e servizi ed agli artigiani.
- Liberi Professionisti: questa è dedicata a tutti coloro che svolgono una libera professione come: avvocati, ingegneri, medici specialisti, architetti etc.
- Regime Forfettario: è dedicato ad artigiani, professionisti, commercianti e libere imprese con ricavi inferiori ai 65.000 euro annui.
Partita IVA con regime ordinario: quante tasse si pagano?
Chi decide di optare per il regime ordinario è tenuto a pagare:
- l’imposta sul valore aggiunto (IVA) è pari al 22%,
- l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF): si tratta di un’imposta diretta e progressiva. L’IRPEF va calcolata direttamente sul reddito percepito da una persona fisica. La progressività è legata alla caratteristica degli scaglioni. Gli scaglioni Irpef con relative aliquote sono:
- da 0 a 15.000 €: soggetto a un’aliquota del 23%;
- da 15.001 a 28.000 €: si applica un’aliquota del 27%;
- da 28.001 a 55.000 €: con un’aliquota del 38%;
- da 55.001 a 75.000 €: che prevede un’aliquota del 41%;
- oltre i 75.000 €: con l’aliquota del 43%,
- l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), che si calcola sui compensi percepiti ovvero sul fatturato al netto dei costi detraibili e dell’ammortamento di beni materiali o immateriali. Generalmente, questa imposta ha un’aliquota del 3,9%, ma le Regioni hanno facoltà di azzerarla.
Partita IVA in Regime Forfettario: quante tasse si pagano?
Per aderire al regime forfettario, i ricavi non devono superare i 65.000 € annui.
Nel regime fiscale forfettario esiste la c.d. imposta sostitutiva che sostituisce tutte le aliquote presenti nel regime forfettario. L’imposta sostitutiva del regime forfettario è del 15% o del 5% (per i primi 5 anni di attività).
Regime Forfettario: un esempio applicativo
Maria è un avvocato che ha iniziato l’attività a febbraio del 2009 e prima di aderire al regime forfettario era in regime ordinario.
Maria possiede i requisiti per la permanenza in regime forfettario perché supera il limite dei 65.000 € previsti.
Il codice ATECO per la sua attività è il seguente: 69.10.10, ovvero Attività degli studi legali ed il coefficiente di redditività è del 78%.
- Totale degli incassi percepiti al 31 dicembre 2020 risulta di 24.000 €. L’imposta sostitutiva è pari al 15%.
- Reddito imponibile: 24.000 € x 78% = 18.720 €
- Tasse da versare nella dichiarazione dei redditi 2021: 18.720 € x 15% = 2808 €.
Per quanto concerne i contributi previdenziali, Maria è iscritta alla Cassa Forense, l’ente previdenziale per gli avvocati.
Dovranno essere versati il contributo soggettivo di base, il contributo integrativo, il contributo di maternità e un contributo volontario.