Quanti anni di contributi servono per andare in pensione con la nuova pace contributiva

La pace contributiva è utile per in pensione prima. SI potranno riscattare fino a 5 anni di periodi assicurativi scoperti.
12 mesi fa
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estratto contributivo
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Novità importanti in arrivo per quanto riguarda la pace contributiva. Dal prossimo anno, secondo quanto previsto dalla legge di bilancio in fase di approvazione, tutti i lavoratori avranno la possibilità di riscattare periodi di inattività versando volontariamente contributi ai fini previdenziali. Ciò al fine di permettere a tutti di colmare vuoti contributivi che non permetterebbero il raggiungimento dei requisiti necessari per andare in pensione.

La pace contributiva, così definita in gergo dagli addetti ai lavori, consisterebbe quindi nella possibilità di colmare periodi assicurativi vuoti riscattando i relativi contributi.

Una misura già sperimentata in passato e oggi divenuta ancora più necessaria, vista la precarietà del lavoro di molte persone che hanno difficoltà a centrare i requisiti. L’allungamento dell’età pensionabile e le nuove restrizioni impongono infatti requisiti più stringenti per andare in pensione.

Pensione e riscatto agevolato

Così torna la pace contributiva nel 2024. La misura consiste, più precisamente, in un riscatto agevolato dei contributi e varrà solo per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Cioè coloro che ricadono totalmente nel regime pensionistico contributivo. Secondo quanto indicato nella bozza della manovra finanziaria, il riscatto dei contributi coprirà fino a 5 anni di vuoti ai fini pensionistici, sulla falsariga di quanto già avviene per il riscatto della laurea.

I versamenti all’Inps per riscattare i periodi non coperti da assicurazione IVS potranno essere effettuati a rate, fino a un massimo di 120, con importo minimo di 30 euro mensili. Necessaria sarà l’individuazione del periodo scoperto e l’autorizzazione Inps a colmare le settimane mancanti. L’onere sarà calcolato sulla retribuzione che è stata percepita nell’arco delle ultime 52 settimane di lavoro, oltre all’aliquota contributiva vigente.

Come funziona la pace contributiva

Da ricordare che la pace contributiva è una misura sperimentale che è stata introdotta in Italia nel 2019 e che è stata prorogata fino al 31 dicembre 2021.

Consente ai lavoratori di riscattare periodi non coperti da contributi previdenziali, anche non continuativi, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Sarà riproposta in via definitiva dal prossimo anno.

La pace contributiva è rivolta a tutti i lavoratori, dipendenti, autonomi e liberi professionisti, iscritti a qualsiasi gestione previdenziale. A eccezione dei soggetti che hanno già raggiunto l’età pensionabile o che hanno diritto a una pensione anticipata o di vecchiaia. La pace contributiva può portare a diversi benefici per il lavoratore, tra cui:

  • Aumento della pensione: il riscatto dei periodi non coperti da contributi previdenziali consente di aumentare l’anzianità contributiva, con conseguente aumento dell’importo della pensione;
  • Riduzione dell’età pensionabile: in alcuni casi, il riscatto dei periodi non coperti da contributi previdenziali può consentire di ridurre l’età pensionabile;
  • Miglioramento della posizione previdenziale: il riscatto dei periodi non coperti da contributi previdenziali può migliorare la posizione previdenziale del lavoratore, rendendolo più tutelato in caso di eventi imprevisti, come la perdita del lavoro o la malattia.

Si tratta di una misura che può essere molto vantaggiosa per i lavoratori che hanno dei buchi contributivi nella loro carriera. È importante, tuttavia, valutare attentamente i costi e i benefici del riscatto prima di procedere.

Riassumendo…

  • Al via dal 2024 la pace contributiva per coprire fino a 5 anni di periodi assicurativi scoperti.
  • La misura è rivolta a tutti i lavoratori che ricadono nel sistema di calcolo contributivo della pensione
  • I versamenti possono essere fatti in una unica soluzione o a rate mensili.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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