Le lavoratrici in gravidanza hanno diritto ad indennità di maternità prima e dopo il parto. Ricordiamo quanti mesi spettano e quali differenza possono esserci in base al tipo di lavoro e di contratto anche alla luce delle ultime novità in adeguamento all’emergenza Coronavirus.
Lo smart working, che per molti continua ad essere una necessità per il Covid, potrebbe confermarsi come scelta volontaria. Diversi i vantaggi che molti lavoratori testimoniano. Ma essendo una modalità relativamente nuova di lavorare, sorgono anche dei dubbi: in particolare in merito ai diritti e ai permessi di diverso tipo.
“mi chiamo Claudia e da aprile lavoro da casa per la mia azienda. Da due settimane ho scoperto di aspettare un figlio: nell’ottica dell’indennità di maternità questo cambia qualcosa? Mi spettano gli stessi mesi di cui hanno usufruito le mie colleghe in ufficio? Potrei decidere di lavorare fino alla data presunta del parto e usufruire dei 5 mesi di indennità post partum?”
Quanto spetta di maternità: durata e assegno
L’astensione obbligatoria per maternità spetta di regola per i due mesi antecedenti alla data del parto e per i tre mesi che seguono (salvo flessibilità nella distribuzione dei 5 mesi prima e dopo il parto). Esistono delle eccezioni. La scelta di avvalersi del congedo di maternità flessibile è a discrezione della lavoratrice ma sarà subordinata al certificato del medico del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato sostenuto dal medico competente in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro per escludere qualsiasi rischio.
Durante i periodi di congedo di maternità la lavoratrice ha diritto a percepire un’indennità economica pari all’80% della retribuzione giornaliera calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga immediatamente precedente l’inizio del congedo di maternità.
Lo smartworking non incide in modo riduttivo su questo diritto. I 5 mesi di astensione sono obbligatori e retribuiti all’80% anche per le donne che lavorano da casa. Eppure la diffusione del lavoro agile potrebbe portare ad un adattamento della misura per andare ancora di più incontro, in modo flessibile, alle neo mamme. Questa possibilità, a ben vedere, come chiarito sopra, esiste già ma lo scopo potrebbe essere quello di rendere il meccanismo di scelta più fluido soprattutto per chi lavora da casa.
Lisa Zanardo, coordinatrice dell’Osservatorio Professionale Donna, che ha raccolto la testimonianza di un centinaio di imprenditrici e professioniste, ha spiegato: “finalmente, possiamo dire di aver messo una pietra sopra all’intera giornata di viaggio per un’ora di riunione; e ad ore di traffico perse per gli spostamenti quotidiani. Con un’organizzazione “agile” le aziende possono risparmiare almeno un terzo dei costi di trasferta, e i lavoratori possono recuperare fino al 20% di tempo libero. Sulla maternità la valutazione è particolarmente attuale: la normativa di oggi non tiene conto del lavoro agile che, ovviamente su precisa scelta della lavoratrice, potrebbe continuare fino a poco prima del parto, consentendo di allungare successivamente la presenza in casa vicino al bambino, in una innovativa integrazione tra congedo e lavoro smart“.