Quanti soldi si rischia di perdere con le auto elettriche? Come canta Massimo Di Cataldo con il brano Cosa rimane di noi: “La vita è fatta di strade, ma la strada da fare qual è. Lo so è difficile ci si può perdere, noi avevamo dei progetti, tutta una serie di ideali, noi due diversi eppure uguali”.
Tanti sono i chilometri che percorriamo ogni anno in auto. Un mezzo di trasporto molto apprezzato e utilizzato, grazie a cui è possibile raggiungere in modo facile e veloce qualsiasi meta di proprio interesse.
Quanti soldi si perdono con le auto elettriche?
Tante sono le voci che impattano negativamente sul bilancio degli automobilisti. Tra queste si annoverano l’assicurazione, il carburante e il bollo auto. Quest’ultimo deve essere pagato ogni anno da tutti coloro che possiedono un mezzo, a prescindere dal fatto che il veicolo circoli su strada oppure resti tutto l’anno fermo in garage. Non mancano comunque delle eccezioni.
In particolare viene riconosciuta l’esenzione permanente dal bollo auto alle persone disabili e ai famigliari di cui risultano fiscalmente a carico. Ma non solo, in base alla normativa vigente, chi compra un’auto elettrica non deve pagare la tassa automobilistica per i primi cinque anni. Ogni regione, comunque, decide in modo autonomo. Al momento, ad esempio, in Lombardia e Piemonte tale tipo di esenzione è permanente.
Una buona notizia per gli automobilisti, che evitano così di dover mettere mano al portafoglio e possono pertanto risparmiare un bel po’ di soldini. Tuttavia, come spesso accade, “non è tutto oro quello che luccica”. Il mancato pagamento del bollo auto da parte di coloro che possiedono un veicolo elettrico, infatti, comporta una notevole perdite per le casse dello Stato.
In particolare, stando alle stime del 2021, le amministrazioni locali incassano ogni anno più di 6 miliardi di euro grazie alla tassa automobilistica.
Esenzione bollo auto elettriche: aumento delle accise in vista?
Un utilizzo sempre più diffuso delle auto elettriche contribuirà anche a ridurre le entrate provenienti dalle accise sul carburante. Stando ad un’analisi del Centro Studi UNEM si registra una sostanziale riduzione dei carburanti liquidi a fronte di una crescente domanda di energia elettrica. Se queste tendenze dovessero essere confermate, come spiegato sul sito dell’UNEM, si registrerebbe:
“una riduzione del gettito fiscale derivante dalle sole accise sui carburanti che, sempre al 2030, si può stimare, pur continuando a tassare i carburanti liquidi rinnovabili quanto i fossili, in circa 3,8 miliardi di euro. Un valore che potrebbe superare i 9 miliardi di euro al 2040″.
Al fine di compensare le minore entrate, pertanto, il governo potrebbe decidere di aumentare le accise su benzina e gasolio oppure potrebbe attuare delle modifiche al sistema di tassazione delle ricariche per le auto elettriche, finendo così per pesare sulle tasche degli automobilisti. Entrando nei dettagli, viene spiegato sempre sul sito dell’UNEM:
“se oggi per fare 100 km con un’auto elettrica (BEV) si spende mediamente tra i 5 e i 6,5 euro, al 2030 questa spesa potrebbe quadruplicare considerato che il calo delle entrate fiscali si dovrebbe riproporzionare su circa 4,1 GWh di consumi elettrici legati al trasporto, con un aggravio stimato in circa 0,92 euro/kWh che, sommati ai 0,35 euro/kWh medi attuali, porterebbe il costo di una ricarica a 1,27 euro/kWh. Considerando che una BEV, a seconda del modello, per fare 100 km consuma mediamente tra i 15 e i 19 kWh, per compensare il minor gettito fiscale la spesa per l’utente finale sarebbe infatti compresa tra un minimo di 19 euro e un massimo di oltre 24 euro, appunto quattro volte il costo attuale e il doppio rispetto a quello sostenuto oggi con un’auto ibrida a benzina“.