In attesa del board della BCE del prossimo giovedì 20 ottobre, l’attenzione dei mercati e degli analisti è tutta concentrata sui segnali che il governatore Mario Draghi invierà sul “quantitative easing”, dopo che l’istituto ha fatto trapelare nelle scorse settimane l’intenzione di accingersi a ritirare gradualmente gli stimoli monetari sin dai prossimi mesi, evento che prende in gergo il nome di “tapering”. Quando avverrà tutto ciò? (Leggi anche: Quantitative easing, “tapering” BCE in vista)
Prima di frenare, la BCE dovrebbe accelerare.
Quali contromisure dalla BCE?
Poiché i tassi sui depositi overnight sono già abbastanza negativi (-0,4%) e a detrimento dei margini delle banche dell’Eurozona, è molto improbabile che la BCE voglia calcare la mano con ulteriori tagli, finendo per accrescere la già alta pressione sul mercato del credito. E, però, senza tassi overnight più bassi, potenziare gli stimoli significherebbe aumentare la domanda di titoli e assistere a un calo dell’offerta di bond disponibili sul mercato secondario, cosa che metterebbe a rischio la sostenibilità del programma. (Leggi anche: Nowotny, BCE: tassi negativi anomali, occhio al tapering)
Da qui, la ricerca di soluzioni alternative. Per i tre quarti degli intervistati è l’innalzamento del limite massimo di titoli acquistabili per ciascuna emissione. Già portato dal 25% al 33%, potrebbe salire al 50%. Ciò consentirebbe a Draghi di acquistare più titoli sulla medesima scadenza.