In pensione prima dei 64 anni con ricalcolo totalmente contributivo, probabilmente sarà questa la mossa del Governo sulla base della quale portare avanti il dialogo con i sindacati. Dialogo che ad oggi stenta a decollare considerato che il conflitto Russo-Ucraina ha portato l’esecutivo a rivolgere l’attenzione verso altre problematiche, vedi il caro prezzo di energia e altre materia prime che ha colpito le imprese e indirettamente le famiglie.
I sindacati propongono invece la pensione ordinaria per chi ha compiuto 62 anni o con 41 anni di contributi nel 2023 (quota 41).
Quota 41 lavoratori precoci
Quando si parla alla pensione anticipata, al di là delle misure provvisorie quali quota 102, opzione donna, si fa riferimento a quota 41 nonchè alla pensione anticipata ordinaria e a quella contributiva.
Quota 41 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione (Fonte portale INPS).
Per accedere a quota 41 è necessario trovarsi in precise condizioni, quale ad esempio: uno stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi.
Quota 41 pensionamento anticipato 2023
Al di là di quanto visto per quota 41 2023 lavoratori precoci, ad oggi (adeguamento alla speranza di vita), possono richiedere la pensione anticipata ordinaria i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini. Al pari di quota 41, rileva il solo dato contributivo.
In merito alla pensione anticipata contributiva, tale possibilità è riconosciuta ai lavoratori che:
- hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996,
- hanno un’eta di 64 anni di età;
- presentino almeno 20 anni di contribuzione effettiva nel sistema contributivo puro;
- abbiano diritto ad una pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (cd. importo soglia annualmente rivalutato).
Quota 41. Cosa propongono i sindacati nella c.d riforma delle pensioni?
Ad oggi, il dibattito sulla c.d riforma delle pensioni procede a rilento. Il Governo ha rivolto l’attenzione verso altre problematiche, vedi il caro prezzo di energia e altre materia prime che ha colpito le imprese e indirettamente le famiglie. Conseguenze strettamente legate al conflitto Russo-Ucraina.
La mossa in mano al Governo sarebbe quella di ammettere la pensione prima dei 64 anni con ricalcolo totalmente contributivo. Probabilmente sarà questa la mossa del Governo sulla base della quale portare avanti il dialogo con i sindacati.
I sindacati propongono invece la pensione ordinaria per chi ha compiuto 62 anni o con 41 anni di contributi nel 2023 (quota 41). In tale ultimo caso, al di là dell’eta anagrafica.
Con garanzia per i contribuenti di un taglio sull’assegno pensionisitoco che non vada oltre il 3% per ogni anno di anticipo.