“Quanto costa una baby sitter nel 2018?” Ci hanno scritto molti lettori ponendo questa domanda per essere sicuri di mettere in regola una persona che si possa prendere cura dei bambini in casa. Alla luce delle retribuzioni baby sitter 2018 aggiornate secondo le nuove tabelle e dei contributi da versare in base all’inquadramento contrattuale quali sono i costi per assumere una baby sitter nel 2018?
Approfittiamo del quesito giunto in redazione via email e che ci aiuta a sintetizzarne altri nella stessa situazione.
Ci scrive Alice C.
“Vorrei assumere una tata per mia figlia di 6 mesi, lavorerebbe per 4 mesi 8 ore al giorno e poi 3 ore al giorno (dopo il nido) più i giorni di malattia di mia figlia in cui lavorerebbe per 8 ore.
Che tipo di contratto dovrei fare?
Ipotizzando di volerla pagare 1.000€ nette per le 8 ore, quanto costerebbe a me?
Grazie mille per la cortese risposta”.
Baby sitter 2018: quanto pagare e quale contratto?
La nostra lettrice parte da un’idea di stipendio di mille euro mensili, evidentemente preventivato sulla base del budget a disposizione per questa voce del bilancio familiare. Ma cosa prevede il contratto collettivo nazionale di lavoro domestico per la retribuzione minima per il lavoro domestico? Il riferimento è all’art. 10 del testo.
Per mettere in regola il personale domestico si possono individuare quattro livelli di inquadramento, ognuno dei quali ha poi due diversi sottolivelli di specializzazione.
Quale di questi va bene per le baby sitter?
Livello A: include collaboratori familiari generici, non addetti all’assistenza di persone ed esperienza professionale (maturata anche presso datori di lavoro diversi) non superiore a 12 mesi (dopo 12 mesi di anzianità nel settore è previsto lo scatto automatico al livello B con la qualifica di collaboratore generico polifunzionale).
Livello A super prevede espressamente:
a) Addetto alla compagnia
b) Baby-sitter ( mansioni occasionali e/o saltuarie).
Tornando quindi all’assunzione di baby sitter 2018, che in questa sede ci interessa, il contratto per collaborazione saltuaria o occasionale prevede l’inquadramento A super (stipendio minimo 743,55 euro mensili per i conviventi mentre di 5,39 all’ora per i non conviventi).
Nel livello B rientrano:
collaboratori familiari che, in possesso della esperienza necessaria, svolgono mansioni ancorché di tipo esecutivo.
Il livello B Super scatta per casi di assistenza a persone autosufficienti. Per i collaboratori familiari con esperienza lo stipendio mensile sarà di euro 800,74 per i conviventi e di euro 5,72 all’ora per i non conviventi. Per il livello B Super lo stipendio mensile minimo sale a euro 857,94 per conviventi per i non conviventi, di 986,62 euro mensili per l’assistenza notturna di persone autosufficienti e di euro 6,06 l’ora per i non conviventi.
Il livello C (e CS) prevede la stessa distinzione ma per persone non autosufficienti.
Secondo un’interpretazione ampiamente diffusa la baby sitter con mansioni di cura sono inquadrabili come tata e quindi il contratto adeguato è di tipo BS. Seguendo questa corrente allora si dovrà concludere che se i bambini da assistere hanno meno di tre anni (come nel caso preso ad esempio) l’inquadramento giusto per il contratto da baby sitter è il livello C (CS).
Per l’inquadramento CS la paga mensile per i non conviventi sarà di 972,33 euro al mese, per l’assistenza notturna di persone non autosufficienti sarà di 1.118,18 euro mensili, mentre la paga oraria per i collaboratori non conviventi sarà di euro 6,74. Questo per rispondere alla nostra lettrice che aveva in programma una spesa di circa mille euro.
Il Livello D è infine riservato a collaboratori familiari in possesso dei necessari requisiti professionali e che ricoprono posizioni di lavoro caratterizzate da particolari responsabilità, autonomia decisionale e/o coordinamento.
Livello D super Assistente permette l’assunzione di personale addetto all’assistenza di persone non autosufficienti.
Per concludere ad ogni inquadramento contrattuale corrisponde una retribuzione adeguata secondo la nuova tabella stipendi 2018. Non si tratta di aumenti molto consistenti: ad esempio, colf, badanti e baby sitter inquadrate nel livello B beneficeranno di incremento salariale di 4 centesimi all’ora, pari a circa 5 euro in più al mese. Come ha commentato Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di Domina, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico “seppur minimo, porterà ad un aumento di circa 50 Euro all’anno per le famiglie che hanno assunto una colf e di circa 100 Euro per chi ha una badante. Contando una media di circa 400 mila badanti e 400 mila colf con regolare contratto, il costo del lavoro domestico aumenterà di circa 60 milioni di Euro”.
Assunzione baby sitter full time/part time per neonato: quale contratto e quale stipendio?
In conclusione, sulla base di questa premessa, cerchiamo di rispondere al caso concreto proposto dalla nostra lettrice. Se la baby sitter non ha mansioni saltuarie ma viene assunta in modo stabile, l’inquadramento corretto è il BS (CS se il bambino da accudire ha meno di tre anni e quindi il servizio prestato in questo senso viene equiparato all’assistenza di persone non autosufficienti).