Il riscatto laurea agevolato è stato introdotto nel 2019 per permettere ai giovani lavoratori di avere una copertura contributiva per l’intera durata del periodo di studi a prezzi ridotti. Costa infatti meno rispetto a quello ordinario e ha finora riscosso molto successo.
Di regola, il riscatto laurea serve ad andare in pensione prima, può comunque essere utile anche per aumentare l’assegno pensionistico. Esteso anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, prevede uno sconto sui contributi da versare alla cassa pensionistica.
Riscatto laurea agevolato, come funziona e quanto costa
Ma come funziona esattamente il riscatto laurea agevolato? In buona sostanza, chi ha frequentato i corsi universitari e dottorati dopo il 31 dicembre 1995 e ha conseguito il relativo titolo accademico può beneficiare di un sistema di calcolo più agevolato per il riscatto dei contributi.
Inizialmente previsto per questa categoria di contribuenti, il riscatto laurea agevolato è stato poi esteso a tutti a patto che il calcolo della futura pensione avvenga con il sistema contributivo puro. La modalità di calcolo dell’onere di riscatto dei corsi di studio universitari, di cui al D.lgs n. 184/1997, si applica soltanto ai periodi che si collocano nel sistema contributivo della futura pensione.
Il costo del riscattare 52 settimane di contributi (1 anno) è per il 2023 pari a 5.360 euro per una spesa massima di 26.800 euro nel caso di riscatto di corso di laurea quinquennale. Il costo può essere dilazionato fino a un massimo di 120 rate mensili per 10 anni. In questo caso, non sono applicati interessi, come normalmente previsto per i pagamenti rateali.
Detrazioni e deduzioni fiscali
Il vantaggio del riscatto laurea agevolato è anche fiscale. L’importo è detraibile nella misura del 19% ai fini Irpef nella dichiarazione dei redditi, qualora il laureato sia fiscalmente a carico di genitori o parenti. L’Inps mette a disposizione un simulatore per calcolare l’onere del riscatto.
Nel caso invece il laureato sia iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria, cioè lavori, i contributi possono solo essere dedotti fiscalmente dal reddito imponibile nella misura massima di 26.800 euro. Quindi, il riscatto laurea consente, sia di ottenere un migliore trattamento pensionistico, che un beneficio fiscale.
Un lavoratore con un reddito di 15.000 euro all’anno pagherebbe tasse (Irpef) per 3.450 euro. Deducendo dall’imponibile annuale 5.360 euro per 12 mesi di contributi riscattati, andrebbe invece a pagare 2.217 euro di tasse con un risparmio di 1.233 euro.
Da non dimenticare che questa opzione è utile in particolar modo per chi non ha convenienza a ottenere una pensione calcolata con il sistema retributivo o ha pochi contributi versati prima del 1996. Il riscatto laurea agevolato prevede, a differenza di quello ordinario, la liquidazione della rendita con il sistema contributivo puro.