Quanto costa vivere in Italia? Molto meno del Nord Europa, ma non è la dolce vita

I dati di Numbeo confermano che il costo della vita in Italia risulterebbe molto più basso di altri stati europei, tra cui la Francia. Eppure, non si vive meglio. Vediamo perché.
4 anni fa
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Il mito della “dolce vita” italiana resiste all’estero, nonostante l’omonima pellicola di Federico Fellini sia stata girata ormai 60 anni fa. Un po’ siamo forse noi stessi a far credere al resto del mondo che viviamo come in un film. Ma cosa c’è di vero? Numbeo ha ricavato il costo della vita di tutti i paesi del mondo, confrontandoli con New York City. In sintesi, se in un dato stato emerge che l’indice del costo della vita sia 120, significa che esso è del 20% più alto che nella Grande Mela.

Le città più care d’Italia: ecco dove il costo della vita è aumentato

In Italia, il costo della vita risulta essere stato al giugno 2020 pari al 68,95%, cioè di oltre il 30% inferiore. Nel resto d’Europa, la situazione varia profondamente. Si va dal 125,69% della Svizzera al 28,42% del Kosovo. In mezzo troviamo la Grecia (57,50%), la Spagna (55,27%) e il Portogallo (49,52%). E se la Francia si colloca al settimo posto con il 76,34%, la Germania sta sotto di noi al 66,34%. Dunque, il costo della vita tedesco è relativamente più basso di quello italiano. In Norvegia si arriva al 96,80%, in Islanda al 90,19% e in Danimarca all’85,02%.

Venendo ai sotto-indici, scopriamo che mangiare in Italia costa solo il 58,29% di New York, ma la Germania continua a batterci con il 50,29%. La Francia mostra un alto 72,34%, anche se ancora una volta domina la classifica la Svizzera con il 124,93%. Chiude l’Ucraina con il 24,40%.

Il potere di acquisto arranca

E l’affitto? Rispetto a New York, costa mediamente il 21,40% in Italia, stavolta meno del 26,96% della Germania e quasi alla pari del 21,69% della Spagna. Con il 25,85%, anche la Francia si colloca nella parte bassa della classifica. A dominare stavolta è il Lussemburgo, ma con solo il 55,11%. Segue la Svizzera con il 51,20%. In buona sostanza, prendere in affitto casa a New York risulta quasi il doppio più caro rispetto alla nazione più cara d’Europa.

E andare al ristorante? Qui, Italia e Francia sono sostanzialmente alla pari: 68,80% e 69,07%. In Germania, i tedeschi se la cavano con il 60,53%, in Spagna con il 51,68%. E torna a dominare la classifica la Svizzera con il 118,55%. In generale, tutto il Nord Europa risulta caro per mangiare fuori casa.

Fin qui, i numeri sorridono all’Italia. Se non è dolce vita, ci saremmo quasi. Senonché, Numbeo ci fornisce anche la classifica del Local Purchasing Power Index. In pratica, un indicatore sul potere di acquisto di un salario medio paese per paese, rispetto a New York. Ad esempio, se risulta dell’80% in un certo stato, significa che uno stipendio medio qui riesce a comprare il 20% in meno di beni e servizi di uno stipendio medio nella metropoli americana.

Ebbene, qui l’Italia marca male con il 61,80%, battuta persino dalla Spagna con il 67,73%, per non parlare del 76,21% della Francia e del 97,41% della Germania. E la Svizzera prevale anche stavolta su tutti con il 114,83%, seguita dalla Danimarca con il 101,27% e dal Lussemburgo con il 99,86%. Chiude la classifica la Moldavia con il 25,39%.

In conclusione, i tedeschi hanno un costo della vita un po’ più basso di noi italiani, rispetto ai newyorchesi, ma al contempo un potere di acquisto molto più alto di ben il 57,6% rispetto al nostro. In classifica, ci attestiamo al 17-esimo posto su un totale di 40 stati e davanti a noi troviamo persino l’Estonia con oltre il 66%. Dunque, è vero che vivere in Italia costi relativamente poco, ma ancora più basso risulta il potere di acquisto medio. Per cui, duole dirlo, ma non è più dolce vita, se mai lo sia stata.

Potere di acquisto, Italia peggiore di tutte in Europa e la colpa non è dell’euro

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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