Nel nostro ordinamento pensionistico c’è la possibilità di andare in pensione a 64 anni. Il diritto, però, è riservato solo a coloro che non presentano versamenti prima del 1996. Cioè i cosi detti contributivi puri.
Vi rientrano tutti coloro che sono nati negli anni Ottanta, ad esempio, e che oggi sono lavoratori quarantenni. Ma anche i meno giovani che hanno iniziato a lavorare dopo aver conseguito la laurea o percorsi di studio equivalenti.
Chi può andare in pensione a 64 anni
Premesso questo, non basta raggiungere l’età per andare in pensione a 64 anni.
Un paletto non di poco conto se si pensa che oggi possono accedere alla pensione a 64 anni coloro che hanno versato contributi solo dal 1996 in poi. E, a fronte di questa breve carriera, bisogna aver accumulato un monte contributivo molto alto per raggiungere la soglia minima.
Una delle condizioni per poter accedere alla pensione a 64 anni è quella di percepire di un importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (467,65 euro). Cifra che, a conti fatti, premia chi durante la carriera lavorativa ha versato molti contributi.
Quanto bisogna guadagnare per ottenere 1.300 euro al mese
Chi quindi realmente può andare in pensione a 64 anni con queste regole? Pochissimi lavoratori. O meglio, solo coloro che possono vantare nel 2022 un monte contributivo che dia origine a una pensione minima da 1.309 euro al mese (circa 17.000 euro all’anno).
Nel sistema di calcolo misto si tratta di una rendita che rientra nella media nazionale. Ma nel sistema di calcolo contributivo puro è abbastanza elevata. La domanda che ci si pone, quindi, è: “quanto bisogna guadagnare per poter andare in pensione a 64 anni?”.
E’ evidente che solo chi può vantare carriere dirigenziali e stipendi medio alti può beneficiare di questa possibilità.
Considerando che le aliquote contributive medie IVS sono del 33%, salta fuori che occorre aver guadagnato almeno 40.000 euro all’anno negli ultimi 26, senza interruzioni. E periodi di malattia o disoccupazione non contribuiscono al calcolo.