Chi sono i 10 top manager che guadagnano di più in Italia? Qual è il loro ‘stipendio’? Si va da Sergio Marchionne, ovviamente, probabilmente uno dei più famosi, ad altri che, forse, conosciamo e riconosciamo di meno. Interessante anche per capire come funziona davvero il mondo della grande industria.
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Flavio Cattaneo
Si tratta dell’AD di Telecom e ha incassato, come ‘stipendio’, nei nove mesi di mandato (dunque non annuale) 5,256 milioni di euro, e a questi si aggiungono circa 10 milioni di euro come superbonus per il raggiungimento degli obiettivi.
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Sergio Marchionne
L’amministratore delegato FCA ha guadagnato, nell’arco del 2016, 13.6 milioni di euro, di cui 10.6 come stipendio da FCA e 2.5 dalla Cnh, azienda partner che produce automezzi agricoli
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Adil Mehboob-Khan
Ha lavorato soltanto un mese come CEO di Luxottica e non gli è andata per nulla male: avendo dato le dimissioni, ha ricevuto lo stipendio di 235mila euro con trattamento di fine rapporto da 7 milioni di euro
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John Elkann
Non ha bisogno di presentazioni, guida l’azienda di famiglia Agnelli e percepisce come ‘salario’ 6 milioni e 108mila euro
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Claudio Descalzi
Si tratta del CEO di Eni, nonostante la grande azienda petrolifera abbia chiuso con un passivo di 1,4 miliardi di euro, lui si è portato a casa uno ‘stipendio’ di 3 milioni e 779mila euro
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Fedele Confalonieri
Anche se Mediaset non naviga in buone acque, il suo amministratore ha ricevuto una paga annuale da 3 milioni e 477mila euro
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Michele Norsa
Ex numero uno di Salvatore Ferragamo, in carica soltanto fino al mese di agosto, la sua retribuzione, comprensiva di fuoriuscita, è stata di 2 milioni e 922 mila euro
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Alberto Nagel
CEO di Mediobanca, il suo ‘stipendio’ è stato di 2 milioni e 753mila euro
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Massimo Vian
È colui che ha sostituito Adil Mehboob-Khan a Luxottica: il suo ‘salario’ è stato di 2 milioni e 296mila euro
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Renato Pagliaro
Il più povero tra i più ricchi, in quanto presidente di Mediobanca ha percepito com retribuzione complessiva 2 milioni e 250mila euro
Come si suol dire, la crisi economica non è uguale per tutti.
Qui trovate un approfondimento: Perché con la bassa crescita dobbiamo scegliere tra lavoro e stipendio.