Quanto mettere da parte ogni mese per arrivare alla pensione con lo stesso importo dell’ultimo stipendio

Garantirsi un importo pensione pari all'ultimo stipendio è possibile, soprattutto investendo con strategia nella previdenza integrativa
4 giorni fa
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importo pensione
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L’idea di accedere alla pensione con un assegno pari all’ultimo stipendio percepito è da sempre considerata un obiettivo ambizioso. Tuttavia, per chi ha ancora diversi anni di attività lavorativa davanti a sé, tale traguardo potrebbe rivelarsi tutt’altro che irraggiungibile. L’elemento cruciale che può fare la differenza è l’impiego strategico del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr), soprattutto se destinato alla previdenza integrativa.

Un’analisi condotta da Andrea Carbone, fondatore di Smileconomy, e resa pubblica anche da altra stampa specializzata, evidenzia come il Tfr rappresenti una leva potenzialmente decisiva nel costruire un importo pensionistico adeguato. Se impiegati in un fondo pensione, specialmente da lavoratori ancora giovani, questo strumento potrebbe garantire una copertura previdenziale persino superiore all’ultimo stipendio percepito.

Diversa, invece, la situazione per chi si avvicina all’età pensionabile, per cui l’apporto del solo Tfr potrebbe non bastare, rendendo indispensabili contributi supplementari, il cui ammontare varia a seconda dell’età e del tipo di investimento prescelto.

Importo pensione: la variabile dell’età e del rischio

Le simulazioni elaborate da Smileconomy sono prese in esame profili di lavoratori dipendenti con età di 30, 40 e 50 anni e stipendi netti mensili compresi tra 1.800 e 2.200 euro. I risultati mostrano che l’età della pensione, nel caso di contribuzione interamente successiva al 1996 (ovvero nel sistema contributivo puro), può variare sensibilmente. Si passa dai 65 anni e 3 mesi per chi ha oggi 50 anni, fino ai 67 anni e 2 mesi per chi ne ha 30.

In assenza di forme di previdenza complementare, il tasso di sostituzione, ovvero il rapporto tra l’importo pensione e l’ultimo stipendio, si aggira tra il 70% e il 72%.

Inserendo il Tfr in un fondo pensione, però, si osservano miglioramenti significativi. Per un lavoratore trentenne che opta per una linea d’investimento ad alto rischio (composta per l’80% da azioni globali e per il 20% da obbligazioni governative europee), il tasso può arrivare fino al 105%, superando dunque l’ultimo reddito da lavoro.

Per chi ha 40 o 50 anni, i margini di miglioramento sono comunque rilevanti, anche con una maggiore cautela nell’allocazione delle risorse. In questi casi, il tasso di sostituzione può oscillare tra il 77% e il 90%. Tuttavia, per garantire un importo pensione equivalente al 100% dello stipendio, è necessario integrare il solo Tfr con versamenti aggiuntivi. Si va dai 119 euro mensili per un 40enne con un profilo di rischio elevato, fino a 843 euro al mese per un 50enne che scelga una gestione prudente.

L’effetto dell’aumento dello stipendio

Lo scenario cambia ulteriormente se si ipotizza una crescita costante della retribuzione, pari all’1,5% annuo al di sopra della caduta. In questa prospettiva, l’importo della pensione risulterebbe comunque più alto in termini nominali. Tuttavia, il tasso di sostituzione si riduce, poiché la pensione non riuscirebbe a seguire lo stesso ritmo di crescita del salario.

Secondo le tempistiche, il tasso di sostituzione si attesterebbe in un range tra il 55% e il 61%, in assenza di previdenza integrativa.

Anche in questo contesto, però, il Tfr può contribuire a colmare parte del diverso. Un 50enne con un portafoglio orientato a investimenti a basso rischio potrebbe raggiungere un tasso del 66%, mentre un trentenne con una strategia più dinamica potrebbe arrivare all’82%.

Rimane tuttavia un ulteriore scarto da colmare per ottenere un assegno pensionistico pari all’ultimo stipendio. In questa prospettiva, i versamenti aggiuntivi necessari salgono sensibilmente: si parte da 148 euro mensili per un giovane trentenne che investe in modo aggressivo, fino a un massimo di 1.422 euro al mese per un lavoratore cinquantenne che preferisce un approccio conservativo.

Previdenza integrativa: un’opportunità da cogliere presto

I dati messi in luce dalle simulazioni sottolineano un aspetto fondamentale: prima si inizia a costruire la previdenza integrativa, minore sarà lo sforzo economico necessario nel tempo per ottenere un importante pensione pari all’ultimo reddito lavorativo. Per i lavoratori più giovani, il conferimento del Tfr in un fondo pensione rappresenta una strategia efficace e potenzialmente sufficiente. Per chi invece è più avanti nella carriera, risulta indispensabile un impegno maggiore, sia in termini di risparmio che di tempo.

In questo contesto, la scelta della linea di investimento gioca un ruolo determinante. Le opzioni più aggressive offrono potenziali rendimenti maggiori, ma comportano anche rischi più elevati. Al contrario, una linea prudente tende a offrire maggiore stabilità, ma richiede contributi supplementari più consistenti per raggiungere lo stesso risultato.

Aumentare l’importo pensione: considerazioni finali

L’importo pensione, spesso sottovalutato nelle strategie di pianificazione finanziaria personale, rappresenta una delle variabili più rilevanti nel determinare il tenore di vita post-lavorativo. L’idea di una pensione pari all’ultimo stipendio non è un’utopia, ma un obiettivo che può essere perseguito con consapevolezza e programmazione.

Il Tfr, se utilizzato con lungimiranza all’interno della previdenza integrativa, offre un’opportunità concreta per aumentare la propria futura rendita pensionistica. Tuttavia, è necessario valutare con attenzione il proprio orizzonte temporale, il livello di rischio tollerabile e l’andamento previsto della propria carriera professionale.

Chi inizia presto a investire per il proprio futuro previdenziale si trova in una posizione privilegiata, potendo beneficiare dell’effetto cumulativo degli interessi composti.

Per chi invece si avvicina al traguardo della pensione, una strategia integrativa più intensa e mirata diventa indispensabile per mantenere stabile il proprio reddito.

In definitiva, l’equilibrio tra Tfr, versamenti aggiuntivi e scelta dell’investimento rappresenta la chiave per ottenere un importo pensione che non faccia rimpiangere la fine della vita lavorativa.

Riassumendo

  • Il Tfr può aumentare in modo significativo l’importo della pensione se investito in un fondo previdenziale.
  • I giovani lavoratori hanno maggiori possibilità di raggiungere una pensione pari all’ultimo stipendio.
  • I lavoratori più anziani devono integrare il Tfr con contributi volontari più elevati.
  • Il rendimento dipende dal profilo di rischio: investimenti aggressivi offrono tassi di sostituzione migliori.
  • L’aumento del reddito riduce il tasso di sostituzione se non accompagnato da investimenti adeguati.
  • Iniziare presto la previdenza integrativa riduce l’impegno economico necessario nel tempo.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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