Quanto prende di pensione uno statale? Ci si domanda spesso con curiosità quale sia l’importo sia l’importo della rendita mensile credendo erroneamente che è più alta di quella di un ex lavoratore dipendente privato.
Ebbene le cose non stanno così. O meglio, l’importo della rendita è calcolato per tutti alla stesa maniera e con le stesse regole. Quello che cambia semmai è l’ammontare dei contributi versati che danno origine alla pensione.
Come si calcola la pensione di uno statale
Credere che i dipendenti pubblici godano di regimi favorevoli è quindi sbagliato.
Non potendo godere degli scivoli previsti per il settore privato, infatti, molti statali devono attendere il compimento dei 67 anni di età o di maturare 41-42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per poter andare in pensione.
Una differenza, rispetto ai lavoratori dipendenti privati che beneficiano dei contratti di espansione, dell’isopensione o degli assegni di solidarietà previsti per il settore del credito, che cuba sull’assegno di pensione finale. Ma che non è certo un vantaggio visto che la permanenza al lavoro è più lunga.
Importi più alti per i dipendenti pubblici
E passiamo agli importi medi di pensione percepiti. Secondo i dati dell’Osservatorio Inps, i dipendenti pubblici percepiscono pensioni più alte rispetto a quelli privati. La ragione sta essenzialmente nel livello di retribuzione che è più alto.
Le retribuzioni di certe pubbliche amministrazioni sono mediamente più alte del 20-25% rispetto a quelle del settore privato. Cosa che implica il versamento di maggiori quote contributive e quindi di ottenere una pensione più alta.
La distribuzione delle pensioni per categoria e classi di importo mensile – stando ai dati Inps – mette in evidenza che il 15,1% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 45,3% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 29,6% di importo tra 2.000 e 2.999,99; infine, il 10% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.