Quanto prenderò di pensione? Questa la fatidica domanda. Il ritardo è la forma più pericolosa di rifiuto, diceva Cyril Northcote Parkinson. E questa famosa citazione sembra calzare a pennello alla situazione pensionistica degli italiani. Sempre più spesso lavoratori con anche lunghe carriere contributive alle spalle, infatti, si vedono rifiutare la pensione. Questo perché non hanno fatto in tempo a raggiungere i i requisiti necessari per maturare il diritto a lasciare il lavoro. Eppure, c’è chi sarebbe disposto a rinunciare a una parte del beneficio economico pur di andare in pensione prima dei fantomatici 67 anni.
Sapere quanto prenderemo di pensione non è facile. Un calcolo esatto è impossibile, soprattutto se il momento in cui si potrà lasciare il lavoro è ancora lontano nel tempo. Ma se fosse fra 10 anni?
Ci riferiamo in particolare ai nati fra gli anni 70 e gli anni 80, che fra una decina di anni potranno andare in pensione di vecchiaia, sempre che i requisiti non cambino. A tal fine esistono dei programmi online in grado di simulare il calcolo, ma non sono precisi.
Come si calcola la pensione futura
In ogni caso, la prima regola da tenere presente è che più si tarda l’uscita dal lavoro, maggiore sarà l’importo della pensione. Questo dipende dal fatto che lo Stato, tenendo conto delle aspettative di vita, riconosce una rendita maggiore a chi tarda l’uscita dal lavoro.
A determinare l’importo della pensione è il coefficiente di trasformazione che viene applicato al montante contributivo. Un parametro che cresce con l’età del lavoratore e determina il valore della pensione. Questo vale, però, solo sulla parte che afferisce al calcolo contributivo della pensione e non anche a quella per la parte retributiva.
Ma la rendita dipende anche da un altro importante fattore. Ovvero, da quanti contributi sono stati versati nella cassa pensionistica di appartenenza durante la carriera lavorativa. Maggiore è questa somma, chiamata montante contributivo, più alta sarà la pensione.
Quanto prenderò di pensione: il sistema di calcolo contributivo e retributivo
Altra variabile che determina l’importo dell’assegno è il sistema di calcolo. Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 è applicato il sistema di calcolo misto della pensione. Cioè la rendita viene quantificata in parte col sistema retributivo per i versamenti ante 1996 (più vantaggioso) e in parte col sistema contributivo per i periodi di copertura dal 1996 in avanti.
A parità di età della pensione, coloro che possono vantare più contributi versati prima del 1995 prenderanno una pensione più alta rispetto a chi ne ha versati di meno. In pratica, il sistema di calcolo premia chi ha iniziato a lavorare prima.
Uno strumento abbastanza preciso, ma solo per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, è il nuovo simulatore PensAMi dell’Inps. Esso permette, senza accedere al sito internet con SPID, di ottenere informazioni di massima su quando andremo in pensione.
Sapere però quanto prenderemo esattamente, come detto, è impossibile a distanza di tempo. Dipende da diversi fattori legati essenzialmente ai contributi versati e all’età di pensionamento.