“La ricchezza è una condizione relativa: è ricco chi guadagna di più di quanto spende e, viceversa, è povero chi ha esigenze superiori al reddito“, affermava Luciano De Crescenzo. In effetti non è possibile stabilire a priori quanto un guadagno sia alto o basso, perché le esigenze di una persona non sono necessariamente uguali a quelle di un’altra. Questo, almeno, vale in linea teorica.
Diverso, infatti, è il discorso quando si tratta di bonus e agevolazioni messi in campo dal governo. Per accedere alle varie agevolazioni, in effetti, si richiede nella maggior parte dei casi di non superare determinati limiti reddituali.
L’importanza dei lavori socialmente utili
Il governo Meloni è al lavoro per mettere a punto tutta una serie di misure volte a rilanciare l’economia nostrana. In particolare, a finire nel mirino del nuovo esecutivo si annovera il reddito di cittadinanza. Quest’ultimo, infatti, è oggetto di importanti modifiche introdotte grazie alla Legge di Bilancio 2023. Tra queste la volontà di far maggiore affidamento sui lavori socialmente utili. Al momento i Comuni hanno l’obbligo di coinvolgere nei progetti utili alla collettività solamente un terzo dei soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza. A partire dal prossimo anno, invece, verranno coinvolti tutti.
Quanto puoi guadagnare nel 2023 per non perdere il reddito di cittadinanza
Allo stesso tempo sarà possibile svolgere anche dei lavoretti grazie ai quali arrotondare le proprie entrate. A tal fine è necessario non superare un certo limite, altrimenti si rischia di perdere il sussidio targato Movimento 5 Stelle. Ma di quale si tratta? Ebbene, nel 2023 i beneficiari del reddito di cittadinanza potranno lavorare con contratti stagionali, occasionali o a intermittenza. Il tutto a patto di guadagnare con la propria attività lavorativa un importo pari a massimo tre mila euro lordi l’anno.
La possibilità di svolgere dei lavoretti senza perdere il reddito di cittadinanza è UTILE per dare una spinta a settori come quello del turismo e dell’agricoltura che registrano ogni anno una preoccupante carenza della manodopera. In ogni caso tale sussidio verrà riconosciuto, nel 2023, per un periodo pari a massimo otto mesi. I percettori, inoltre, devono frequentare un corso di formazione o di riqualificazione professionale. Se non si frequentano tali corsi oppure si rifiuta la prima proposta di lavoro, i soggetti interessati perderanno il diritto a ricevere il reddito di cittadinanza.