L’apertura di una nuova partita IVA è un passo fondamentale per avviare un’attività imprenditoriale o professionale in Italia. Tuttavia, negli ultimi tempi si sono verificati ritardi significativi nel processo di rilascio delle nuove partite IVA. Questi ritardi non sono imputabili ai controlli rafforzati introdotti per combattere l’evasione fiscale. Durante un’interrogazione parlamentare tenutasi il 31 luglio presso la Commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha chiarito i motivi di tali ritardi
Per comprendere a fondo la questione, è necessario esaminare il fenomeno delle “partite IVA apri e chiudi”, una pratica che ha creato notevoli problemi nel sistema fiscale italiano.
Apertura partita IVA: le misure in campo
Questa pratica fraudolenta ha un impatto negativo sulle finanze pubbliche, riducendo le entrate fiscali e compromettendo l’integrità del sistema fiscale. Per combattere questo abuso, il legislatore ha introdotto misure rigorose volte a garantire che le nuove aperture di partite IVA siano legittime.
Le nuove misure prevedono che i richiedenti di una partita IVA si presentino, a seguito di convocazione, presso l’Agenzia delle Entrate per dimostrare l’effettivo avvio dell’attività dichiarata. In caso di mancata presentazione o di documentazione inadeguata, l’Agenzia può procedere alla cessazione della partita IVA e imporre una sanzione amministrativa di 3.000 euro. Questa normativa è disciplinata dall’articolo 35 del DPR n. 633/1972, modificato dalla legge di bilancio 2023.
L’Agenzia delle Entrate ha quindi la facoltà di convocare i contribuenti al momento della richiesta di apertura di una nuova partita IVA. La convocazione serve a verificare che l’attività sia reale e non fittizia.
I criteri di valutazione del rischio associati all’apertura di una partita IVA sono dettagliati nel Provvedimento Prot. n. 156803/2023, che considera vari elementi legati al profilo del contribuente, sia esso un lavoratore autonomo o un rappresentante legale di società.
Più garanzie con la manovra 2024
Nel caso in cui una partita IVA venga chiusa dall’Agenzia delle Entrate per mancanza di requisiti, il contribuente ha la possibilità di riaprirla. Tuttavia, deve fornire una garanzia sotto forma di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria a favore dell’Amministrazione finanziaria. Questa garanzia deve avere un valore minimo di 50.000 euro e una durata di almeno tre anni.
Se il contribuente ha commesso violazioni fiscali prima della chiusura, l’importo della garanzia deve coprire l’intero ammontare dovuto, inclusi imposte, sanzioni, interessi e oneri accessori, se superiori a 50.000 euro. La manovra di bilancio 2024 ha ulteriormente rafforzato queste misure contro le partita IVA apri e chiudi, richiedendo la presentazione di garanzie anche nei casi in cui l’Agenzia abbia notificato un provvedimento di cessazione della partita IVA nei confronti di contribuenti che hanno cessato l’attività nei 12 mesi precedenti.
In altre parole, se un contribuente intende riaprire la partita IVA entro un anno dalla chiusura, deve comunque presentare una garanzia, secondo le modalità descritte.
Apertura partita IVA: perché tempi più lunghi
Quando l’Agenzia delle Entrate è coinvolta in verifiche più approfondite, come nel caso delle partite IVA “apri e chiudi”, i tempi di riapertura possono allungarsi.
Questo è dovuto al tempo necessario per eseguire i controlli e per presentare le garanzie richieste. In situazioni ordinarie, l’apertura di una partita IVA è un processo relativamente rapido. Tuttavia, quando sono richieste ulteriori verifiche per garantire la legittimità dell’apertura, il processo può richiedere giorni o settimane aggiuntive.
In conclusione, la lotta contro le frodi fiscali richiede un equilibrio delicato tra controllo e facilità di accesso alle opportunità imprenditoriali.
Riassumendo…
- Le partite IVA “apri e chiudi” sfruttano benefici fiscali indebiti e compromettono il sistema fiscale.
- Misure rigorose prevedono documentazione e sanzioni per prevenire abusi e frodi fiscali.
- Chiusura partita IVA richiede garanzia di 50.000 euro per eventuale riapertura entro un anno.
- Manovra di bilancio 2024 ha intensificato misure di controllo e richieste di garanzia.
- Tempi di rilascio IVA variano con i controlli per prevenire frodi fiscali.