Quando arriva una raccomandata a casa dall’Agenzia delle Entrate è sempre un colpo per tutti. Il fisco ci è venuto a trovare. Aprire quella busta è un battito di cuore. Può essere qualche sanzione per imposte non pagate (avviso bonario) o può essere anche una semplice comunicazione in cui siamo informati che ci è arrivata la nuova tessera sanitaria perché la vecchia è scaduta. E su quest’ultimo si tira un sospiro di sollievo.
Ricevere un avviso bonario dall’Agenzia delle Entrate non è piacevole per nessuno.
Quindi, prima di pagare quanto richiesto nella lettera, è sempre bene consultare il proprio commercialista per verificare che la richiesta del fisco sia fondata. Laddove, infatti, l’Amministrazione si sia sbagliata è, comunque, possibile fornire informazioni e documentazione a propria discolpa.
Perché arriva l’avviso bonario
L’avviso bonario altro non è che una comunicazione che l’Agenzia delle Entrate invia al cittadino a seguito di controlli fatti. In dettaglio, la lettera può essere inviata a seguito di
- controlli sulle dichiarazioni fiscali, sulla base dei dati dichiarati dal contribuente o, comunque, in possesso dell’Agenzia delle Entrate (c.d. controllo automatico)
- controlli diretti a verificare la correttezza dei dati indicati nelle dichiarazioni e dei versamenti delle imposte, dei contributi e dei premi dovuti attraverso un riscontro con la documentazione richiesta al contribuente oppure incrociando i dati presenti nelle dichiarazioni presentate anche da altri soggetti o trasmessi per legge all’Agenzia (c.d. controllo formale).
Una volta ricevuto l’avviso bonario, il contribuente che lo riceve può pagare quanto richiesto (se la pretesa del fisco è fondata) oppure comunicare informazioni e documenti a sua discolpa (se ritiene la pretesa non fondata).
Avviso bonario, come e quando pagare
Se chi riceve l’avviso bonario ritiene che la pretesa del fisco è fondata, allora è meglio pagare quanto richiesto nella lettera ed è meglio farlo entro i giorni indicati.
Infatti, laddove si decide di pagare entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, si gode di una sanzione ridotta (10% per le comunicazioni da controllo automatico, 20% per quelle da controllo formale). Oltre alla sanzione, ovviamente occorre versare anche l’imposta contestata e gli interessi. Il tutto, comunque, è indicato nell’avviso, a cui è allegato anche il Modello F24 per il versamento già precompilato.
C’è da ricordare, tuttavia, che il decreto Ucraina bis (art. 37-quater) era intervenuto sul menzionato termine di 30 giorni, raddoppiandolo a 60 giorni. Quindi, pagamento avviso bonario a 60 giorni.
La misura è stata solo transitoria. Infatti, ha trovato applicazione esclusivamente per il periodo di tempo compreso tra l’entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso (21 maggio 2022) e il 31 agosto 2022.
Quindi, dal 1° settembre 2022 il termine per pagare gli avvisi bonari ricevuti è tornato ad essere di 30 giorni dalla notifica.
Il fine di questa misura era quello di assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese in considerazione degli effetti negativi determinati dalla pandemia, nonché delle ripercussioni economiche e produttive del conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
La rateizzazione
E’ ammesso anche chiedere la rateizzazione dell’avviso bonario. In dettaglio:
- per importi fino a 5.000 euro è possibile chiedere un numero massimo di 8 rate
- per importi oltre 5.000 euro è ammesso chiedere un numero massimo di 20 rate.
La prima rata, comunque, è da pagarsi entro 30 giorni dal ricevimento della lettera. Quelle successive devono essere pagate entro l’ultimo giorno di ogni trimestre (sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi).
In caso di pagamento rateale trova applicazione la. c.d. “lieve tardività” di cui all’art. 15-ter D.P.R. n. 602 del 1973. In pratica, non si decade dalla rateizzazione se la rata è pagata:
- con un ritardo non superiore a 7 giorni dalla scadenza, se trattasi di prima rata
- entro il termine di pagamento della rata successiva, in caso di una rata diversa dalla prima.
Avviso bonario, come discolparsi
Nel caso in cui chi riceve l’avviso bonario, invece, non si ritrova con quanto contestato dall’Agenzia delle Entrate, come detto, può fornire informazioni e documenti che dimostrano la propria innocenza alla contestazione.
Quindi, se ad esempio, il fisco contesta l’omesso pagamento di un’imposta, è possibile fornire copia del Modello F24 con cui si dimostra che quel versamento, invece, è stato regolarmente fatto a suo tempo.
Ciò deve essere fatto entro 30 giorni dal ricevimento della lettera. Diversi i canali da poter utilizzare. In particolare, se trattasi di comunicazioni di irregolarità derivanti dal controllo automatico, è possibile:
- rivolgersi di persona a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate
- chiamare all’assistenza multicanale telefonando al numero verde 800.90.96.96(da telefono fisso) oppure allo 0696668907 (da telefono cellulare)
- avvalersi dei servizi PEC (posta elettronica certificata) e CIVIS, senza la necessità di doversi recare presso gli sportelli degli uffici.
Laddove, invece, trattasi di comunicazione di irregolarità da controllo formale è necessario rivolgersi all’ufficio che ha emanato l’avviso oppure utilizzare il canale Civis.