Una pensione con 32 anni di contributi è possibile. C’è Ape social che lo permette (anche se non a tutti) e c’è anche la pensione di vecchiaia con 67 anni di età anagrafica.
L’assegno pensionistico mensile da aspettarsi, tuttavia, non è molto. Quindi, attenzione alla scelta. Andare in pensione con Ape social potrebbe risultare non molto conveniente.
Andiamo con ordine.
La pensione con 32 anni di contributi, ecco per chi
Ape social è quel sistema che permette di andare in pensione “anticipata” a coloro che si trovano in situazioni particolari.
Possono avere la pensione con 32 anni di contributi e 63 anni di età, ad esempio, gli operai edili e i ceramisti.
Stessa cosa, invece, non può avvenire per gli impiegati con mansioni gravose. Per loro servono 36 anni di contributi (e 63 anni i età).
Possono andarci con 30 anni di contributi e 63 anni di età i disoccupati, i caregever (ossia chi ha necessità di assistere un familiare) e i lavoratori invalidi con una percentuale minima del 74%.
L’altra possibilità di pensione con 32 anni di contributi, come detto, è la pensione di vecchiaia. Questa scatta al compimento del 67° anni di età.
Quanto si andrebbe a prendere di pensione
Per calcolare l’importo pensione con 32 anni di contributi, serve conoscere una serie di informazioni. In dettaglio, montante contributivo, età e coefficienti di trasformazione.
Ad ogni modo, l’INPS sul proprio sito istituzionale mette a disposizione (gratuitamente) un servizio di simulazione di calcolo pensione.
Un soggetto con una retribuzione annua lorda di 30.000 euro (stipendio mensile di circa 1.600 euro), ad esempio, andando in pensione con 32 anni di contributi, ricevere un assegno mensile di circa 1.100 euro. Quindi, un taglio rispetto a quello che era lo stipendio di circa 500 euro.
La scelta tra pensionamento anticipato o prosecuzione nel mondo del lavoro, dunque, è da ben ponderare considerando la perdita.