E’ stata una giornata storica ieri per lo sport italiano. Gli Azzurri hanno vinto la Coppa Davis per la prima volta dopo 47 anni. L’unica vittoria precedente risaliva, infatti, al 1976. Tanta attenzione per il tennis nel nostro Paese non vi era dai tempi della gara tra Fantozzi e il Ragionier Filini, secondo un meme social che va per la maggiore in questi giorni. La verità è che, dai suoi soltanto 22 anni, Jannik Sinner sta avvicinando a questo sport tanti italiani che poco o per niente lo conoscono.
Manifestazione di tennis antica
Sapete che la Coppa Davis è una manifestazione antichissima? La prima si tenne nel 1900. E sapete perché si chiama così? Essa prende il nome di uno studente di Harvard, tale Dwight Filley Davis, che la ideò. In questi giorni, in molti avrete sentito che è nota anche con il termine sarcastico di “insalatiera”. Non è la stampa italiana a chiamarla così, bensì tutto il mondo. Quando il giovane inventore chiese a un inglese di costruirgli un trofeo, questi gli aggiunse alcuni motivi floreali. Ed ecco la somiglianza all’insalatiera che non sfuggì ai più.
Coppa Davis pesante e danarosa
Ma la Coppa Davis che ieri sera Sinner e compagni hanno alzato in segno di vittoria non è quella originale. Si tratta di una riproduzione in miniatura. In effetti, alzare il trofeo originale sarebbe impossibile anche per uno sportivo forzutissimo. Esso pesa 105 chilogrammi ed è alto 110 cm, piedistalli inclusi, avendo un diametro di 107 cm. Il suo valore si aggirerebbe sui 600 mila dollari.
Invece, i cinque tennisti della federazione italiana si spartiranno un bottino ben più ricco: 860 mila euro per avere battuto l’Olanda, 1,2 milioni per avere battuto la Serbia in semifinale e altri 1,6 milioni vincendo la finale.
Vittoria nel ’76 tra polemiche politiche
Dicevamo, l’Italia aveva vinto la sua unica Coppa Davis nel 1976. Quella fu una manifestazione caratterizzata da forti polemiche politiche. La finale si tenne in Cile, che in quel periodo era sotto la dittatura di Augusto Pinochet. L’Unione Sovietica doveva incontrarla in semifinale, ma si rifiutò e annunciò il boicottaggio. A causa di quel gesto, a sua volta venne esclusa dalla manifestazione successiva. Dunque, il Cile arrivò in finale contro l’Italia senza avere giocato la semifinale contro l’allora Urss.
A disputarsela furono Corrado Barazzutti, Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli. Capitano non giocatore fu Nicola Pietrangeli. I cinque furono oggetto di forti pressioni nel nostro Paese da parte dei gruppi politici di sinistra, soprattutto del Partito Comunista Italiano, che chiedevano il boicottaggio contro il Cile. Partirono ugualmente tra le polemiche, ma Panatta indossò una maglietta rossa durante il doppio con Bertolucci, il quale fu convinto dal compagno a fare lo stesso. Il primo aveva chiare simpatie di sinistra. I due decisero, però, di indossare nuovamente la maglia azzurra nell’ultimo set.