Ormai sono stati già ufficializzati i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione. Ogni due anni questi coefficienti devono essere aggiornati alla stima di vita della popolazione. E come sempre accade, salvo rari casi, i coefficienti del biennio successivo diventano meno favorevoli dei precedenti. L’unico caso in cui succede il contrario è quando l’aspettativa di vita della popolazione cala rispetto ai due anni precedenti. Sono già 7 volte che i coefficienti vengono aggiornati e un miglioramento delle regole di calcolo della pensione si è verificato solo dopo la pandemia.
Quanto vale una pensione nel 2025 con 20 anni di contributi
I coefficienti di trasformazione sono i moltiplicatori con cui viene passato il montante contributivo di un lavoratore dopo che questo è stato rivalutato ai vari tassi di inflazione annuali che sono sopraggiunti a partire dalla data del versamento di una determinata contribuzione. Il montante contributivo non è altro che l’accumulo di tutti i contributi che ha versato un lavoratore durante la sua carriera. E per chi ha la pensione calcolata con il sistema contributivo, in tutto per chi ha iniziato a versare dopo il 1995 o in parte per chi ha iniziato prima e rientra nel cosiddetto sistema misto, queste regole sono fondamentali.
Chi rientra in pieno nel sistema contributivo deve centrare una pensione pari ad almeno l’Assegno Sociale (538,69 nel 2025) per uscire con 67 anni di età e 20 anni di contributi con le pensioni di vecchiaia.
Ecco i nuovi coefficienti di trasformazione
Le regole di calcolo del sistema contributivo sono facili da comprendere. Come dicevamo, si parte dall’accumulo dei contributi nel montante contributivo. Ogni anno di contribuzione viene rivalutato al tasso di inflazione per tutti gli anni a partire da quello del versamento e fino alla data di uscita dal lavoro. Poi si passa a quello che esce fuori come montante complessivo rivalutato, per i coefficienti. Che, come dicevamo, nel biennio prossimo saranno meno favorevoli. Naturalmente sono variabili in base all’età di uscita come da sempre. E sono tanto meno favorevoli al pensionato quanto prima egli esce dal lavoro. Nel dettaglio i nuovi coefficienti sono:
- 4,204% 57 anni di età (era 4,270% nel 2024);
- 4,308% 58 anni di età (4,378%);
- 4,419% 59 anni di età (4,493%);
- 4,536% 60 anni di età (4,615%);
- 4,661% 61 anni di età (7,744%);
- 4,795% 62 anni di età (4,882%);
- 4,936% 63 anni di età (5,028%);
- 5,088% 64 anni di età (5,184%);
- 5,250% 65 anni di età (5,352%);
- 5,423% 66 anni di età (5,531%);
- 5,608% 67 anni di età (5,723%);
- 5,808% 68 anni di età (5,931%);
- 6,024% 69 anni di età (6,154%);
- 6,258% 70 anni di età (6,395%);
- 6,510% 71 anni di età (6,655%).
Come calcolare la propria pensione 2025 con 20 anni di contributi
A conti fatti, come è evidente dai nuovi coefficienti rispetto ai precedenti e come indicati nella tabella di sopra, chi andrà in pensione nel 2025 riceverà, a parità di età, anni di contributi versati e soprattutto montante contributivo, una pensione inferiore a chi ci è andato negli anni precedenti.
Per capire bene ciò che succede e come si arriva alla pensione incassata, niente di meglio che alcuni esempi. Ipotizziamo un lavoratore che ha iniziato a versare contributi dal 2005 e che fino a maggio 2025 completerà 20 anni di contributi.
Ecco alcuni esempi pratici
Se invece l’interessato con 150.000 euro di montante come prima detto, cerca di uscire a 64 anni con le pensioni anticipate contributive, non c’è la farà. Innanzitutto perché serve arrivare ad una pensione pari a 3 volte l’Assegno Sociale (per le donne con figli anche a 2,6 o 2,8 volte in base al numero di figli avuti). E quindi perché bisogna arrivare ad almeno 1.616 euro di pensione mensile. Ma anche perché più giovani si esce dal lavoro meno si prende di pensione. A 64 anni chi a 67 anni prenderebbe un trattamento da 647 euro al mese e 8.412 euro all’anno, per via del coefficiente meno favorevole vista la giovane età di uscita, prenderebbe una pensione pari a 7.632 euro annui e quindi a 587 euro circa al mese.
Cambia l’età? cambiano gli importi delle pensioni 2025 con 20 anni di contributi
Per capire bene che pensione si prende dopo 20 anni di contributi bisogna sommare tutti i contributi versati anno dopo anno in modo tale da avere chiaro il proprio montante contributivo, anche se al netto della rivalutazione. Poi bisogna guardare alla tabella dei coefficienti e moltiplicare il montante per la percentuale prevista per l’età del lavoratore. Con uno stipendio media da 30.000 euro all’anno per esempio, il montante contributivo salirebbe rispetto a chi ha 20.000 euro di retribuzione media, da 132.000 euro a 198.000 euro.
Complimenti per l’articolo, straordinariamente chiaro ed esaustivo. Davvero, di così chiari in materia pensionistica non ne avevo mai letti.
Ne ho 17anni di contributi dopo Dal 1978 e ho 67anni con quanto vado in pensione
Buongiorno… Ho 25 anni e 9 mesi di contributi versati, ho 64 e 5 mesi di anni compiuti, momentaneamente percepisco l’ assegno di inclusione con a carico la moglie e 1 figlio fi 22 anni vhe frequenta l’ultimo anno solare di Università di Palermo. Domando potrei andare in pensione nel 2025 con il minimo di contributi di 20 anni? Grazie di una sua gradita risposta . Buongiorno.
Perché puniscono noi che andremo in pensione toccando i coefficienti, perché non mettono le mani nelle pensioni ricche da 2000 € in sù, io che l’anno prossimo andrò in pensione con 43 anni di contributi lavorati in fabbrica e officine, adesso mi vedrò anche punito così , è una grossa infamia, povero ero è povero sarò, ma andate ha fare tutti inculo compreso il presidente della repubblica ste cose non le vede non le giudica, stanno solo li ha fare un cazzo sti pidocchiosi, MMERDE, site solo MMERDE.