Quanto vale una pensione nel 2025 con 20 anni di contributi

Come funziona il calcolo della pensione 2025 con 20 anni di contributi, cosa cambia con i nuovi coefficienti, tutte le novità.
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1 mese fa
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Dall'INPS una pensione da 1.500 euro al mese dal 2025 al 2027
Foto © Pixabay

Ormai sono stati già ufficializzati i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione. Ogni due anni questi coefficienti devono essere aggiornati alla stima di vita della popolazione. E come sempre accade, salvo rari casi, i coefficienti del biennio successivo diventano meno favorevoli dei precedenti. L’unico caso in cui succede il contrario è quando l’aspettativa di vita della popolazione cala rispetto ai due anni precedenti. Sono già 7 volte che i coefficienti vengono aggiornati e un miglioramento delle regole di calcolo della pensione si è verificato solo dopo la pandemia.

Pertanto nel 2025 e nel 2026 le regole di calcolo della pensione saranno peggiori rispetto al 2023 e al 2024. Oggi, alla luce di questa novità confermata dal Decreto Interministeriale del MEF e del Ministero del Lavoro, possiamo vedere Quanto vale una pensione nel 2025 con 20 anni di contributi. Una cosa che interessa molti lavoratori anche perché ci sono delle misure che per essere centrate prevedono che il lavoratore riesca ad ottenere una pensione di un determinato importo.

Quanto vale una pensione nel 2025 con 20 anni di contributi

I coefficienti di trasformazione sono i moltiplicatori con cui viene passato il montante contributivo di un lavoratore dopo che questo è stato rivalutato ai vari tassi di inflazione annuali che sono sopraggiunti a partire dalla data del versamento di una determinata contribuzione. Il montante contributivo non è altro che l’accumulo di tutti i contributi che ha versato un lavoratore durante la sua carriera. E per chi ha la pensione calcolata con il sistema contributivo, in tutto per chi ha iniziato a versare dopo il 1995 o in parte per chi ha iniziato prima e rientra nel cosiddetto sistema misto, queste regole sono fondamentali.
Chi rientra in pieno nel sistema contributivo deve centrare una pensione pari ad almeno l’Assegno Sociale (538,69 nel 2025) per uscire con 67 anni di età e 20 anni di contributi con le pensioni di vecchiaia.

Oppure deve centrare una pensione pari ad almeno 3 volte l’Assegno Sociale per uscire a 64 anni di età, sempre con 20 anni di contributi con le pensioni anticipate contributive. Ecco perché diventa fondamentale capire che importo di pensione si arriverà a percepire dopo aver versato 20 anni di contribuzione previdenziale.

Ecco i nuovi coefficienti di trasformazione

Le regole di calcolo del sistema contributivo sono facili da comprendere. Come dicevamo, si parte dall’accumulo dei contributi nel montante contributivo. Ogni anno di contribuzione viene rivalutato al tasso di inflazione per tutti gli anni a partire da quello del versamento e fino alla data di uscita dal lavoro. Poi si passa a quello che esce fuori come montante complessivo rivalutato, per i coefficienti. Che, come dicevamo, nel biennio prossimo saranno meno favorevoli. Naturalmente sono variabili in base all’età di uscita come da sempre. E sono tanto meno favorevoli al pensionato quanto prima egli esce dal lavoro. Nel dettaglio i nuovi coefficienti sono:

  • 4,204% 57 anni di età (era 4,270% nel 2024);
  • 4,308% 58 anni di età (4,378%);
  • 4,419% 59 anni di età (4,493%);
  • 4,536% 60 anni di età (4,615%);
  • 4,661% 61 anni di età (7,744%);
  • 4,795% 62 anni di età (4,882%);
  • 4,936% 63 anni di età (5,028%);
  • 5,088% 64 anni di età (5,184%);
  • 5,250% 65 anni di età (5,352%);
  • 5,423% 66 anni di età (5,531%);
  • 5,608% 67 anni di età (5,723%);
  • 5,808% 68 anni di età (5,931%);
  • 6,024% 69 anni di età (6,154%);
  • 6,258% 70 anni di età (6,395%);
  • 6,510% 71 anni di età (6,655%).

 

Come calcolare la propria pensione 2025 con 20 anni di contributi

A conti fatti, come è evidente dai nuovi coefficienti rispetto ai precedenti e come indicati nella tabella di sopra, chi andrà in pensione nel 2025 riceverà, a parità di età, anni di contributi versati e soprattutto montante contributivo, una pensione inferiore a chi ci è andato negli anni precedenti.
Per capire bene ciò che succede e come si arriva alla pensione incassata, niente di meglio che alcuni esempi. Ipotizziamo un lavoratore che ha iniziato a versare contributi dal 2005 e che fino a maggio 2025 completerà 20 anni di contributi.

Con uno stipendio fisso per tutti i 20 anni da 20.000 euro annui. Questo lavoratore ha versato 6.600 euro all’anno di contributi al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) per un montante da 132.000 euro. Ipotizziamo che al lordo della rivalutazione questo montante sia arrivato a 150.000 euro (cifra non corrispondente alla vera rivalutazione ma utilizzata per comodità di calcolo), questo soggetto se esce a 67 anni di età ha diritto ad una pensione di 8.412 euro annui. Significa circa 647 euro al mese di pensione per 13 mesi. Evidente che in questo caso superando l’importo minimo delle pensioni di vecchiaia con 20 anni di contributi a 67 anni di età che non deve essere inferiore all’Assegno Sociale, questo lavoratore può andare a riposo.

Ecco alcuni esempi pratici

Se invece l’interessato con 150.000 euro di montante come prima detto, cerca di uscire a 64 anni con le pensioni anticipate contributive, non c’è la farà. Innanzitutto perché serve arrivare ad una pensione pari a 3 volte l’Assegno Sociale (per le donne con figli anche a 2,6 o 2,8 volte in base al numero di figli avuti). E quindi perché bisogna arrivare ad almeno 1.616 euro di pensione mensile. Ma anche perché più giovani si esce dal lavoro meno si prende di pensione. A 64 anni chi a 67 anni prenderebbe un trattamento da 647 euro al mese e 8.412 euro all’anno, per via del coefficiente meno favorevole vista la giovane età di uscita, prenderebbe una pensione pari a 7.632 euro annui e quindi a 587 euro circa al mese.

Cambia l’età? cambiano gli importi delle pensioni 2025 con 20 anni di contributi

Per capire bene che pensione si prende dopo 20 anni di contributi bisogna sommare tutti i contributi versati anno dopo anno in modo tale da avere chiaro il proprio montante contributivo, anche se al netto della rivalutazione. Poi bisogna guardare alla tabella dei coefficienti e moltiplicare il montante per la percentuale prevista per l’età del lavoratore. Con uno stipendio media da 30.000 euro all’anno per esempio, il montante contributivo salirebbe rispetto a chi ha 20.000 euro di retribuzione media, da 132.000 euro a 198.000 euro.

Va ricordato che nel FPLD è il 33% della retribuzione l’aliquota dei contributi da versare. Significa che il montante contributivo in questo caso dopo la rivalutazione potrebbe arrivare a circa 220.000 euro. In questo caso a 64 anni la pensione spettante sarebbe da 11.164 euro all’anno, cioè da 859 euro al mese, mentre a 67 anni sarebbe di 12.591 euro al mese ovvero da 968 euro al mese all’incirca.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

4 Comments

  1. Complimenti per l’articolo, straordinariamente chiaro ed esaustivo. Davvero, di così chiari in materia pensionistica non ne avevo mai letti.

  2. Buongiorno… Ho 25 anni e 9 mesi di contributi versati, ho 64 e 5 mesi di anni compiuti, momentaneamente percepisco l’ assegno di inclusione con a carico la moglie e 1 figlio fi 22 anni vhe frequenta l’ultimo anno solare di Università di Palermo. Domando potrei andare in pensione nel 2025 con il minimo di contributi di 20 anni? Grazie di una sua gradita risposta . Buongiorno.

  3. Perché puniscono noi che andremo in pensione toccando i coefficienti, perché non mettono le mani nelle pensioni ricche da 2000 € in sù, io che l’anno prossimo andrò in pensione con 43 anni di contributi lavorati in fabbrica e officine, adesso mi vedrò anche punito così , è una grossa infamia, povero ero è povero sarò, ma andate ha fare tutti inculo compreso il presidente della repubblica ste cose non le vede non le giudica, stanno solo li ha fare un cazzo sti pidocchiosi, MMERDE, site solo MMERDE.

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