Si terrà mercoledì 13 marzo la consueta asta mensile per l’emissione di titoli di stato a medio-lungo termine. Saranno quattro i bond offerti dal Tesoro per un importo complessivo compreso tra un minimo di 7 e un massimo di 8,5 miliardi di euro. Un’altra occasione per proseguire l’opera di raccolta di capitali, che quest’anno sarà particolarmente corposa. Bisognerà reperire oltre 500 miliardi per rifinanziare il debito in scadenza e coprire il disavanzo fiscale.
C’è il BTp a 3 anni
I titoli di stato in asta saranno, come detto, quattro.
Due titoli di stato a 7 anni
Stesso importo per la seconda tranche del BTp 15 febbraio 2031 con cedola 3,50% (ISIN: IT0005580094). In questo caso, la durata residua sale a 7 anni. Ma sul mercato il bond si acquista attualmente ad una quotazione nettamente sopra la pari, grazie al calo dei rendimenti che si è registrato nelle ultime settimane lungo la curva dei titoli di stato italiani. A 101,33, offre in area 3,30%.
E rimanendo nel 2031, abbiamo la seconda tranche del BTp Green per 1-1,25 miliardi. Scadenza in data 30 ottobre e cedola 4% (ISIN: IT0005542359). Si tratta di un bond del Tesoro i cui proventi saranno destinati a finanziare la transizione energetica, secondo il prospetto pubblicato nel 2021 con i relativi obiettivi delle Nazioni Unite. Quotazione ben al di sopra della pari, a 104,72 nella mattinata odierna. Questo spinge il rendimento lordo verso il basso, anch’esso in area 3,30%.
E l’ex 15 anni
Infine, altri 1-1,25 miliardi dovranno arrivare attraverso la 12-esima tranche del BTp 1 marzo 2038 con cedola 3,25% (ISIN: IT0005496770).
Titoli di stato in asta opportunità con il taglio dei tassi
Alla luce delle recenti comunicazioni ufficiali della Banca Centrale Europea, le quali prospettano un taglio dei tassi di interesse a giugno, le emissioni del Tesoro sul tratto medio-lungo della curva vanno tenute in considerazione per approfittare degli eventuali apprezzamenti. Sappiamo, comunque, che i prezzi attuali già scontano una riduzione dei tassi nei prossimi mesi. Ciò non toglie che i rendimenti proseguano la discesa quando Francoforte passerà dalle parole ai fatti. Nel caso dell’Italia, ciò sta avvenendo nelle ultime settimane per effetto del restringimento dello spread.