Chi vuole portare a casa un rendimento almeno discreto, deve rivolgersi in questa fase al mercato dei bond emergenti. Certo è che in pochi spenderebbero anche un solo centesimo per inserire in portafoglio titoli del debito di uno stato in default. Invece, negli ultimi giorni è accaduto che gli investitori istituzionali che hanno fiutato l’affare dello Zambia, oggi stanno iniziando ad avere ragione.
Lo stato africano ha dichiarato default alla fine dello scorso anno, quando non fu in grado di onorare una scadenza in dollari.
Bond emergenti appetibili dopo le elezioni presidenziali
Ma il vero colpo di fortuna lo hanno avuto probabilmente coloro che si erano posizionati a favore di questi bond emergenti solamente poche settimane fa. E’ accaduto, infatti, che il 12 agosto scorso a vincere le elezioni presidenziali sia stato Hakainde Hachilema, candidatosi con un programma economico liberale improntato alle riforme. L’uomo avrà elevate probabilità di ottenere un prestito del Fondo Monetario Internazionale da 1,3 miliardi, necessario per risollevare l’economia e concludere con successo il processo di ristrutturazione del debito.
Ed ecco che sia il bond 2024 che quello con scadenza 2027 hanno guadagnato il 16% in appena un paio di settimane, salendo rispettivamente in area 76 e 57 centesimi di dollaro. La sola vittoria di Hachilema non deve illudere circa la risoluzione dei gravi problemi dello Zambia. Tuttavia, perlomeno sembra che il paese si stia incamminando verso la giusta direzione. Resta il fatto che il debito pubblico nel 2020 sia salito prossimo al 120% del PIL e che le riserve valutarie ammontino a soli 1,19 miliardi di dollari.
Per contro, nel primo trimestre di quest’anno lo Zambia ha registrato un attivo delle partite correnti di oltre 922 milioni, segno che l’indebolimento del cambio avrebbe reso competitiva l’economia.