Questi BTp hanno salvato gli obbligazionisti dal dollaro debole

Cambio euro-dollaro in forte recupero da maggio, infliggendo grosse perdite agli obbligazionisti che si erano esposti in assets americani. Restando in Italia, però, almeno parte del rosso è stato evitato.
4 anni fa
2 minuti di lettura

Il dollaro si è di molto indebolito contro l’euro negli ultimi mesi, perdendo all’incirca il 10% da metà maggio, quando iniziò a delinearsi l’accordo tra i governi europei per il lancio del “Recovery Fund”. Discorso ancora da definire, ma ai mercati tanto è bastato per allontanare lo spettro di un ritorno alla frammentazione finanziaria post-2008, quando l’Eurozona rischiò il collasso. Da quel momento, i titoli di stato italiani hanno rotto gli indugi e hanno iniziato a guadagnare, con i rendimenti a puntare verso il basso.

Tra questi, abbiamo anche i BTp in dollari, cioè emessi dal Tesoro in valuta americana e che, pertanto, seguono un po’ il destino del cambio euro-dollaro.

Dovremmo attenderci un loro deprezzamento, scontando una valuta di denominazione più debole. Andiamo ad analizzare tre emissioni: la scadenza ottobre 2024 e cedola 2,375% (ISIN: US465410BX58); il bond ottobre 2029 e cedola 2,875% (ISIN: US465410BY32) e, infine, l’ottobre 2049 e cedola 4% (ISIN: US465410BZ07).

Il primo titolo ha guadagnato da metà maggio poco meno del 5%, salendo a una quotazione di 103 e offrendo un rendimento dell’1,72%. Per quanto basso possa apparire, tenendo anche conto che il dollaro da qui alla data del rimborso potrebbe indebolirsi ulteriormente, esso si confronta con l’appena 0,20% offerto dal Treasury di pari durata.

Il titolo che scade nel 2029, invece, ha messo a segno un rialzo di quasi l’8%, salendo sopra 102 e rendendo il 2,61%, che si confronta con circa lo 0,50% del Treasury. Infine, il trentennale si è impennato del 16% a sopra 106, pari a un rendimento lordo annuo del 3,67%, circa il 2,50% in più rispetto al bond emesso dal Tesoro americano.

Questi numeri ci dicono che rispetto ai titoli di stato italiani denominati in euro, gli spread si attestano a circa 145 per il primo e 175 punti base per il secondo e terzo bond. Tanti ne basterebbero per incorporare il rischio di cambio, a parità di quello creditizio.

BTp 2049 in euro o dollari?

Prospettive future

E allora, come mai i BTp in dollari sono lievitati di prezzo man mano che il cambio americano si indeboliva? A prevalere con ogni probabilità è stata la tentazione del mercato di mantenere assets in dollari in portafoglio, ma a rendimenti più elevati, così da scontare il rischio valutario, divenuto ormai reale e non solo prospettico. I bond italiani si prestano molto bene ad essere oggetto di acquisto per tale scopo, offrendo rendimenti nettamente superiori a quelli del resto d’Europa, nonché a quelli americani, il cui confronto si mostra più diretto per via della valuta comune di emissione.

E non è detto nemmeno che il trend positivo sia cessato. Se il mercato avesse ragione, starebbe scontando attualmente un rafforzamento ulteriore del cambio euro-dollaro del 10% da qui ai prossimi 10 anni (1% all’anno), come segnala lo spread Treasury-Bund decennale. Esisterebbe un margine di circa tre quarti di punto percentuale, quindi, ancora a cui attingere per acquistare un asset in dollari – il BTp 2049 – più che coprendo il rischio atteso di cambio. Sul tratto a 4 anni, invece, il margine si ridurrebbe a circa mezzo punto percentuale all’anno. Questo sarebbe il rendimento extra in dollari rispetto a quello in euro, una volta sottratto il possibile ulteriore indebolimento del cross.

Ad ogni modo, per il tratto lungo della curva, i BTp in dollari avrebbero più che compensato le perdite derivanti dal cambio, per cui l’investimento negli ultimi mesi continuerebbe ad esitare il segno più. Sul tratto medio-lungo, i guadagni delle quotazioni sarebbero risultati insufficienti, compensando le perdite parzialmente.

C’è valore nei BTp in dollari? Ecco le scadenze realmente più generose

[email protected] 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Offerte e promozioni Peugeot, tutta la nuova gamma a rate, ecco come

Articolo seguente

Mediaset, la Spagna infrange il sogno olandese e Berlusconi resta in balia di Conte