Questo bond con cedola 9% ha reso oltre il 6% all’anno dal 2012

Il bond del Tesoro con cedola 9% offre oggi rendimenti negativi, ma nell'ultimo decennio è stato manna dal cielo per gli obbligazionisti
3 anni fa
1 minuto di lettura
Bond cedola 9%

Tra i tanti titoli di stato che ci siamo ritrovati ad esaminare di tanto in tanto, c’è anche il bond con cedola 9%, la più generosa rimasta in circolazione. Si tratta del BTp 1 novembre 2023 (ISIN: IT0000366655), emesso nel lontano 1993. Un’altra era sul piano dei mercati finanziari, oltre che della politica e della società. Debuttò sostanzialmente come trentennale e a quel tempo un interesse del 9% per una scadenza così lunga era normale. Oggi, il BTp 2052, emesso qualche settimana fa, non arriva ad offrire il 2,15% lordo.

Chi oggi acquistasse il bond con cedola 9%, a casa non porterebbe nulla. Anzi, ci rimetterebbe il capitale, pur di poco. Infatti, a fronte di una durata residua oramai inferiore ai due anni, il prezzo di acquisto risulterebbe spropositatamente elevato e tale da più che annullare la cedola incassata: 116,17. Nei fatti, equivale a una minusvalenza alla scadenza di quasi il 14%. Il rendimento netto su base annua sarebbe, dunque, del -0,15%. Aggiungiamoci anche il fatto che l’inflazione italiana in questa fase stia tendendo al 4%, e scopriamo che sarebbe un investimento a perdere.

Bond cedola 9%, affare a seconda dei tempi di acquisto

Lo si dice da anni, eppure questo bond si è rivelato abbastanza positivo per gli obbligazionisti che lo avessero messo in portafoglio dieci anni fa esatti. Allora, lo si acquistava a poco più di 120. In questo decennio, quindi, avrebbe inflitto una perdita del 3,6% per via della minore quotazione. Tanto sarebbe il minore valore incassato nel caso in cui lo rivendessimo oggi. Ma nel frattempo, il titolo ci avrebbe offerto una maxi-cedola annuale del 9%, che rapportata al prezzo dell’investimento sarebbe stata del 7,47%. Al netto della tassazione, siamo sopra il 6,5%. In dieci anni, farebbe oltre il 65%. Pur sottraendo la perdita dovuta al calo del prezzo, il rendimento netto annuo sarebbe stato del 6,2%.

Considerate che in questo decennio il tasso d’inflazione in Italia è stato molto basso, nell’ordine di circa l’1% medio, per cui il rendimento reale sarebbe stato di circa il 5%.

Un affare per un investimento di così breve durata. Ovviamente, questo numeri così estremamente positivi hanno a che fare con la tempistica dell’acquisto ipotizzato. A inizio 2012, i mercati avevano messo l’Italia nel mirino per il suo altissimo debito pubblico e i rendimenti dei BTp esplodevano, mentre i prezzi implodevano. Nel marzo 2015, ad esempio, in coincidenza con l’avvio degli acquisti dei bond da parte della BCE con il “quantitative easing”, la quotazione si era impennata a oltre 165. Chi avesse acquistato allora il bond, riporterebbe oggi una minusvalenza del 30%, per poco compensata dall’incasso delle cedole.

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Rimborso Trenitalia e Italo Treno per deragliamento.
Articolo precedente

Con carta Italo American Express, sei già Italo Più Premium: ecco i vantaggi

Superbonus 110% dopo 2022 cambia, attenzione: resta intero solo per chi paga molte tasse
Articolo seguente

Superbonus 110. SAL da verificare per ogni singolo intervento, non per la data del 30 giugno 2022