Questo BTp farebbe il botto nel 2021 con la ripresa dell’economia europea

I titoli di stato "inflation-linked" possono essere una buona soluzione per approfittare della ripresa dell'economia senza patire le perdite a carico dell'obbligazionario.
4 anni fa
2 minuti di lettura
BTp€i 2030, titolo da tenere sotto le lenti

Il 2020 che si sta per concludere ha visto crollare i rendimenti obbligazionari pressappoco in tutti i mercati, avanzati in testa. Per i BTp è stato un anno da incorniciare, con il rendimento a 10 anni che ha aperto all’1,40% per scendere in area 0,50%, aggiornando i minimi storici. I guadagni per i titoli di stato italiani si sono avuti lungo l’intera curva delle scadenze. Basti pensare che il BTp 2067, il bond sovrano più longevo in circolazione, offra ormai solo l’1,55%. E dire che i rendimenti italiani restano i più alti in Europa, insieme a quelli greci.

Ad ogni modo, il 2021 dovrebbe essere l’anno della ripresa dell’economia globale. Il PIL è atteso rimbalzare un po’ ovunque, Italia compresa. Le vaccinazioni contro il Covid sono iniziate in Inghilterra e in questi giorni debuttano anche nel nostro Paese, cariche della speranza di metterci alle spalle l’incubo sanitario più temuto nel mondo avanzato da 100 anni a questa parte. Man mano che le campagne di vaccinazione saranno massive, le restrizioni imposte dai governi per limitare i contagi verranno allentate per essere del tutto abbandonate. Non sentiremo più parlare – questo l’auspicio credibile – di coprifuoco, “lockdown”, chiusure, assembramenti, distanziamento sociale e forse neppure di mascherine. La scioccante terminologia simil-bellica entrata a far parte delle nostre vite sarà alle spalle.

Ma ripresa economica e ritorno alla normalità farebbero il paio con la reflazione. I risparmi lievitati in questi mesi finiranno verosimilmente con gradualità per essere spesi almeno in buona parte, alimentando i consumi e spingendo in alto i prezzi. Non sarà un meccanismo automatico, perché molto dipenderà anche dai ritmi con cui le imprese svuoteranno i magazzini. Comunque, difficile che i prezzi continueranno a scendere con tutta questa liquidità disponibile, sostenuta dalle banche centrali. E quando si passerà dal segno meno al segno più e, soprattutto, se la crescita tendenziale dei prezzi imboccherà la strada per arrivare almeno all’1% nel breve termine, per i bond sarà uno stravolgimento.

I rendimenti nominali risaliranno, poiché insostenibili con un minimo di perdita di potere di acquisto.

L’inflazione nel 2021 determinerà il successo o il flop nel breve termine di questi bond

Il riparo nei bond “inflation-linked”

I cali riguarderanno particolarmente le scadenze più lunghe, ma non saranno realmente generalizzati. I titoli indicizzati all’inflazione si riveleranno vincenti. In Italia, abbiamo due tipologie di bond pubblici di questo tipo: BTp€i e BTp Italia. I primi tutelano dall’inflazione dell’Eurozona, i secondi da quella italiana. Concentriamoci sui primi e per una ragione specifica: le probabilità che la ripresa, alias reflazione, attecchisca prima nel resto dell’unione monetaria che in Italia sono elevate, dato quanto accaduto dopo la crisi finanziaria globale del 2008-’09. Prendiamo il BTp€i 15 maggio 2030 e cedola reale 0,40% (ISIN: IT0005387052): oggi offre un rendimento del -0,19%, che si confronta con lo 0,48% del bond di pari durata, segnalando aspettative d’inflazione europea allo 0,67%. Dunque, gli investitori si aspetterebbero che i prezzi medi nell’area crescano di due terzi di punto percentuale all’anno per i prossimi circa 9 anni e mezzo. Poco, ma neppure troppo meno dello 0,80% atteso prima del Covid, quando a inizio anno il BTp€i offriva circa lo 0,60% e il BTp ordinario l’1,40%.

Con la reflazione europea, prenderemmo due piccioni con una fava: cedole più generose, ma a fronte di una perdita del potere di acquisto non necessariamente di pari misura in Italia. In più, i prezzi del bond lieviterebbero per la fuga dei capitali verso il segmento “inflation-linked”. Attenzione, questa seconda ipotesi sarebbe veritiera se i rendimenti reali dei bond con cedola fissa resteranno bassi, aiutati dagli stimoli monetari della BCE. Se così non fosse, i rendimenti nominali dei bond ordinari si trascinerebbero dietro quelli dei BTp€i e i prezzi di entrambi gli assets cederebbero.

Ma con la BCE a restare ultra-espansiva almeno fino ai primi mesi del 2022, non dovrebbe accadere. Dunque, i BTp€i ci salverebbero il portafoglio obbligazionario nel corso del 2021. D’altronde, già il BTp a 10 anni ha guadagnato il 6,4% nel secondo semestre di quest’anno, il BTp€i della medesima durata il 10%.

BTp€i 2030: questo bond vi regalerà soddisfazioni anche se l’Italia andasse male

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Eliminazione barriere architettoniche tra i “trainati” nel superbonus 110%

Articolo seguente

Asseverazioni nel superbonus 110%: novità sull’ obbligo assicurativo del tecnico