Questo indice spiega perché l’economia mondiale va (forse) verso la recessione
L'economia mondiale potrebbe essere già entrata in una fase recessiva o stagnante, come ci segnalano 2 principali indicatori, di cui uno ignorato dalla grande stampa.
Se analizziamo il trend di quest’anno, ci accorgiamo che il BDI avrebbe seguito sostanzialmente quello del pil globale, ovvero rispecchiando una certa ripresa nel primo semestre, così come un rallentamento dalla tarda estate, in coincidenza con le tensioni finanziarie di agosto. Raffrontando i dati degli ultimi 30 anni, notiamo subito che alla metà di novembre, mai si era registrato un livello così basso per il BDI. Per trovare valori simili, dobbiamo tornare indietro al 2008, guarda caso a poche settimane dal crac di Lehman Brothers, così come a 3 anni fa, quando l’America zoppicava e l’Eurozona era in contrazione.
Il massimo si ebbe nel novembre del 2007, ultimo anno prima dello scoppio della crisi finanziaria globale, quando il pil delle economie avanzate aveva raggiunto il suo massimo storico. A conferma che il BDI sia il riflesso di un rallentamento globale, non possiamo non citare un altro indicatore importante per valutare lo stato di salute dell’economia del pianeta: il commercio mondiale. L’OCSE stima per quest’anno una sua crescita del 2%, un ritmo che il capo-economista Catherine Mann definisce “associato alla recessione globale”. Negli ultimi 50 anni, infatti, solo in 5 occasioni si sono avuti tassi simili o inferiori, ovvero nel 1974, 1975, 1980, 1982, 2009, ovvero tutti anni, in cui l’economia del pianeta è stata in recessione o vicino a una crescita nulla.
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