Lo scontro tra quieto vivere e ambizione
Ne segue un confronto tra chi persegue un’esistenza, basata sull’ambizione, sul miglioramento di sé stessi, sulla carriera e chi, come il dipendente pubblico-tipo, ritiene che la vita debba essere imperniata sulle certezze, su un modo di vivere rilassato, anche al costo di rinunciare a qualsiasi ambizione personale e professionale. Si scontrano due Italie, quindi, che contrariamente a quanto spesso ci viene spiegato sui media nazionali, non rappresentano in molti casi 2 diverse generazioni, perché anche all’interno di ciascuna, infatti, si ritrovano modi di pensare diametralmente opposti, specie al Sud.
L’Italia profonda e la voglia di modernità
Ma la critica non è solo e tanto alla politica, quanto al “lieto vivere” ambito nei cuori dell’Italia profonda, dove la garanzia della stabilità prevale su qualsivoglia ambizione di carriera e di realizzazione personale. C’è, però, un altro aspetto in risalto nel film, che non tutti hanno forse colto: la critica al provincialismo degli italiani, che pur di mostrarsi moderni (“civili”, per usare il termine di Zalone), si mostrano disposti ad accettare modi di pensare e di fare lontani dalle nostre tradizioni e dalla nostra impostazione culturale, magari parlando male del nostro paese, quando si trovano all’estero, quasi per ostentare una presa di distanza netta da ciò che vengono considerate arretratezza e mancanza di senso civico.