Quota 100 sparirà con la fine del 2021. Come noto la misura di pensionamento anticipato introdotta dal governo Conte nel 2018 ha durata triennale e non sarà rinnovata. Tuttavia la pensione può essere erogata anche dopo a patto che si presenti domanda quest’anno.
Molti lavoratori con i requisiti maturati nel 2021 correranno quindi a presentare domanda di pensione per quota 100 per non perdere l’opportunità. Ma da più parti ci si chiede se questa corsa frettolosa a lasciare il lavoro sia giustificata per non perdere il diritto.
In pensione con quota 100 anche dopo il 2021
E’ bene sapere che il diritto maturato durante l’anno può essere esercitato anche successivamente al 2021. Secondo la legge numero 26 del 2019 che ha introdotto quota 100 nel nostro ordinamento, se il diritto viene acquisito entro il 31 dicembre 2021, questo può essere esercitato anche successivamente a tale data. Importante è fare domanda di pensione in tempo utile.
In altre parole, se un lavoratore ha maturato i requisiti previsti per quota 100, cioè 62 anni di età e 38 anni di contributi, può aspettare ad andare in pensione. Chi ha acquisito il diritto per quota 100 anche in passato può tranquillamente attendere a lasciare il lavoro. Così facendo si maturano altri contributi valevoli per ottenere un assegno migliore al momento della pensione.
Quando fare la domanda
Ricapitolando, il lavoratore che ha raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2021 può scegliere di andare in pensione anche in un momento successivo senza perdere questa possibilità. Importante è presentare domanda all’Inps.
Tale diritto non si perde col tempo, è cristallizzato. Una eventuale cambiamento delle regole o stravolgimento di quota 100 dopo il 2021 non comprometterà quindi il diritto acquisito. Per questo motivo tanti lavoratori preferiscono attendere a lasciare il lavoro. Soprattutto coloro ai quali manca ancora qualche anno alla pensione di vecchiaia. Ma anche per vedere cosa succederà dopo il 31 dicembre 2021, quando quota 100 scomparirà.
Cosa succederà dopo quota 100
Al posto di quota 100, dal prossimo anno, ci sarà sicuramente qualche forma di pensionamento anticipato che eviterà lo scalone con i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia. Non c’è però da aspettarsi nulla di tanto vantaggioso per uscire prima dal lavoro.
I conti dell’Inps sono destinati a peggiorare e una manovra restrittiva in tal senso è ormai nei piani del governo dal tempo. Solo i lavori usuranti saranno tutelati, così come le donne e chi è in particolare svantaggio sociale.
Pensioni anticipate e penalizzazione
Posto quindi che quota 100 uscirà di scena con la riforma pensioni, resta da capire come evitare lo scalone con le pensioni di vecchiaia a 67 anni. Il governo Draghi intende mantenere il sistema di pensionamento anticipato. Ma introducendo un fattore di penalizzazione per chi decide di lasciare il lavoro prima. Esattamente come avviene in Germania.
E’ una questione di messa in sicurezza dei conti pubblici di fronte all’invecchiamento progressivo della popolazione e al tendenziale aumento della spesa previdenziale. Per questo si guarda al modello tedesco.
La riforma pensioni in Italia sarà probabilmente improntata su tale modello che è penalizzante per chi lascia prima il lavoro.
In altre parole, visto che sui conti pubblici pesa maledettamente il calcolo della pensione col sistema retributivo, si vorrebbe introdurre l’opzione del prepensionamento solo con sistema interamente contributivo. Il modello, più che quello tedesco, è quello di “opzione donna” dove si chiede alla lavoratrice che decide di andare in pensione in anticipo di rinunciare al calcolo della pensione col sistema misto.