Andare in pensione on quota 102 non sempre è conveniente. Non dipende solo dall’età anagrafica, ma anche da quando si ha cominciato a lavorare.
Come noto, quota 102 consente a chi durante il 2022 raggiunge i 64 anni di età e matura almeno 38 anni di contributi. Una combinazione che si colloca a metà strada fra la vecchia quota 102 e la pensione di vecchiaia.
In pensione con quota 102, a chi conviene
Ma chi in sostanza ha convenienza ad andare in pensione con quota 102? In base alle simulazione di calcolo, non tutte le classi di età hanno interesse ad anticipare l’uscita dal lavoro rispetto al pensionamento di vecchiaia a 67 anni.
Sostanzialmente, solo i nati nel 1958 e con 38 anni di contributi ne traggono pieno vantaggio. Chi è nato dopo non raggiunge quest’anno l’età anagrafica, mentre chi è nato prima si trova a ridosso dalla pensione ordinaria a 67 anni.
Sicché andare in pensione con quota 102 a 65 o 66 anni non conviene. Così come è sconsigliabile farlo ai lavoratori che hanno più di 38 anni di contributi e sono prossimi alla pensione anticipata con le regole Fornero.
La penalizzazione
Sicché, solo chi centra esattamente i requisiti previsti per quota 102 ha convenienza a fare domanda di pensione. In sostanza chi è nato nel 1958 e raggiunge quest’anno i 38 anni di versamenti contributivi.
Chi è nato prima avrà più convenienza a lavorare un anno o due di più e attendere la vecchiaia. La regola da tenere ben presente è infatti quella che più si ritarda la pensione, maggiore diventa la rendita. Ciò in base al coefficiente di trasformazione del montante contributivo che cresce l’età.
Anticipare quindi di tre anni l’uscita ha senso, soprattutto se i contributi versati nel sistema di calcolo retributivo sono pochi. Ha meno senso, invece, anticipare la pensione con quota 102 se si hanno magari 38 anni di contributi, ma 66 di età. Conviene, in questo caso, attendere il compimento dei 67.