Nel 2025 questa misura potrebbe prendere il posto di Quota 103. Come canta Irene Grandi con il brano La cometa di Halley: “E la Cometa di Halley ferì il velo nero che immaginiamo nasconda la felicità, che immaginiamo nasconda la felicità. Io ti dico addio, tu mi dici ciao”. Per molte persone l’accesso alla pensione si rivela essere un importante traguardo e fonte di felicità. Ottenere tale trattamento, però, non è così semplice. Questo perché bisogna possedere determinati requisiti anagrafici e contributivi.
Proprio quest’ultimi sono stati oggetto nel corso degli anni di continui cambiamenti, tanto che molti lavoratori non sanno quando potranno effettivamente andare in pensione. Se tutto questo non bastasse il prossimo anno potrebbe portare con sé ulteriori novità. Il governo, infatti, è al lavoro per mettere in atto la tanto attesa riforma delle pensioni e dire così addio alla legge Fornero. A proposito di addii, il 2025 potrebbe segnare la fine definitiva di Quota 103 che potrebbe essere rimpiazzata da una nuova misura. Ma di quale si tratta?
Quota 103 addio, ecco la misura che prenderà il suo posto nel 2025
Grazie alla Legge di Bilancio 2024 è stata prorogata la pensione anticipata flessibile, meglio conosciuta come Quota 103. In base a quest’ultima è possibile andare in pensione a patto di avere almeno 62 anni di età e maturato 41 anni di contributi. Paletti da molti considerati stringenti, tanto che l’esecutivo potrebbe decidere di non optare per un’ulteriore proroga. Al suo posto potrebbe debuttare la cosiddetta Quota 41 per tutti.
Grazie a quest’ultima un lavoratore potrebbe uscire in anticipo dal mondo del lavoro a prescindere dal requisito anagrafico, a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. La misura così concepita peserebbe sulle casse statali, soltanto nel 2025, ben 4 miliardi di euro. Una cifra particolarmente elevata che potrebbe spingere il governo ad apportare qualche modifica. In particolare si fa sempre più largo l’ipotesi di una Quota 41 versione light. Ovvero per rendere l’operazione finanziariamente fattibile si potrebbe decidere di calcolare l’assegno del trattamento pensionistico usando esclusivamente il metodo contributivo.
Quota 41 light con il sistema contributivo: assegno ridotto fino al 30%
Come riportato sul sito dell’Inps, ai fini del calcolo con il metodo contributivo bisogna:
-
“individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi o parasubordinati;
-
calcolare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota di computo (33% per i dipendenti. Quella vigente anno per anno per gli autonomi come da circolare 29 gennaio 2016, n. 15 e per gli iscritti alla Gestione Separata che varia anche a seconda della situazione del contribuente come da circolare 29 gennaio 2016, n. 13);
-
determinare il montante individuale che si ottiene sommando i contributi di ciascun anno opportunamente rivalutati sulla base del tasso annuo di capitalizzazione derivante dalla variazione media quinquennale del PIL (Prodotto Interno Lordo) determinata dall’ISTAT;
-
applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età del lavoratore, al momento della pensione”.
Usando il sistema contributivo, quindi, l’importo dell’assegno pensionistico verrebbe determinato tenendo in considerazione i contributi versati e non gli ultimi stipendi così come accade con il sistema retributivo.