Quota 103 arriva più tardi e pesa meno: molti rinunciano

Sempre più persone rinunciano alla possibilità di andare in pensione usufruendo di Quota 103. Ecco per quale motivo.
43 minuti fa
2 minuti di lettura
Quota 103
Foto © Pixabay

Molti rinunciano a Quota 103, ma per quale motivo? Come canta Laura Pausini con il brano Ascolta il tuo cuore: “Le notti in cui il rimorso ti sveglia per la paura di sbagliare, ma se ti ritroverai senza stelle da seguire tu non rinunciare mai. Credi in te, ascolta il tuo cuore”.

Tanti sono i dubbi che possono attanagliare la mente. In genere ciò accade in tutte quelle situazioni in cui ci si ritrova a dover fare una scelta, la quale avrà inevitabilmente una conseguenza sulla nostra vita. Lo sanno bene tutti coloro che si apprestano ad uscire dal mondo del lavoro.

Quest’ultimi, infatti, possono essere indecisi sul da farsi. In particolare possono chiedersi se sia meglio attendere il raggiungimento dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, piuttosto che beneficiare di una delle misure di pensione anticipata.

A oggi le principali misure per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro sono Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 103. Queste misure, però, sembrano attirare l’interesse di un numero sempre più ridotto di persone. Ma per quale motivo? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa sta succedendo.

Quota 103 arriva più tardi e pesa meno: molti rinunciano

Come si evince dal monitoraggio sui flussi di pensionamento reso noto dall’Inps, nel 2024 sono state 215.058 le persone che hanno deciso di uscire dal mondo del lavoro grazie alla pensione anticipata. Si è registrata quindi una diminuzione rispetto al 2023, quando il numero di soggetti coinvolti è stato pari a 255.119.

Un calo che sembra essere la diretta conseguenza di diversi fattori, tra cui i requisiti sempre più stringenti per accedere, ad esempio, a Opzione Donna e all’Ape Sociale.

Per quanto concerne Quota 103, invece, i requisiti sono sempre gli stessi, ma sono stati apportati dei cambiamenti che scoraggiano molti lavoratori. Innanzitutto, come spiegato sul sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale:

“La pensione anticipata flessibile è determinata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il trattamento minimo, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti ordinari previsti per la pensione di vecchiaia”.

Anche coloro che avrebbero diritto ad un calcolo misto, ovvero in parte contributivo e in parte retributivo, se decidono di accedere a Quota 103 si vedono determina l’importo dell’assegno pensionistico interamente con il metodo contributivo. Ne consegue che l’importo dell’assegno si rivela essere più basso del previsto.

Se tutto questo non bastasse, a partire dal 2024 la pensione arriva più tardi. Questo perché il governo ha prolungato le finestre mobili per Quota 103. Aumentando da 3 mesi a 7 mesi per quanto riguarda i lavoratori del settore privato. E da 6 mesi fino a 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico.

Rispetto al passato, quindi, i lavoratori devono attendere qualche mese in più per ottenere il pagamento del primo assegno pensionistico. Se tutto questo non bastasse, il relativo importo è anche più basso. Da qui la decisione di molti di attendere il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Che “decorre dal giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro” e permette di ottenere un importo più alto.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.