Quota 103 diventa contributiva: ecco il calcolo giusto per sapere l’importo prima della domanda

Cambia il metodo di calcolo della pensione con Quota 103 che diventa contributiva. Come sapere in anticipo quanto si prenderà nel 2024.
8 mesi fa
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Calcolo della pensione in base allo stipendio
Foto © Licenza Creative Commons

Da quest’anno Quota 103 è contributiva. E’ cambiato il sistema di calcolo della pensione. Per coloro che maturano i requisiti per l’uscita anticipata flessibile a partire dal 1° gennaio 2024, l’assegno della pensione è calcolato interamente con il nuovo sistema contributivo. Non è più possibile usufruire del calcolo retributivo, che garantiva fino allo scorso anno un importo dell’assegno più alto.

Lasciare il lavoro a 62 anni di età con almeno 41 anni di contributi è quindi diventato meno conveniente rispetto al 2023. Ma questo vale solo per chi raggiunge i requisiti dal 1 gennaio al 31 dicembre di quest’anno.

Per coloro che hanno maturato il diritto prima (cristallizzazione del diritto), il sistema di calcolo della pensione con Quota 103 rimane misto. Ma. In buona sostanza, quanto si perde con il nuovo metodo e come si fa a sapere quanto si prenderà di pensione?

Quota 103 contributiva, cosa cambia

Come detto, la pensione anticipata con Quota 103, prorogata dal legislatore per altri 12 mesi fino al 31 dicembre 2024, ha subito delle restrizioni allo scopo di disincentivarne la fruizione. In altre parole, il lavoratore che matura i requisiti per uscire con 62 anni di età e 41 di contributi entro fine dicembre è penalizzato. Se decide di andare in pensione con questa opzione flessibile deve sapere che gli anni di lavoro prestati prima del 1996 e quindi i relativi contributi versati saranno migrati dal sistema retributivo a quello contributivo.

Il metodo di calcolo contributivo puro è uguale a quello adottato per la pensione con Opzione Donna. Pertanto chi sceglie questa strada per andare in pensione in anticipo deve mettere in conto una penalizzazione derivante dalla minore aliquota applicata sulla contribuzione avvenuta prima del 1996. Il che può incidere fino a un terzo dell’importo della rendita finale.

Supponendo che una persona si ritrovi un montante contributivo rivalutato pari 300 mila euro a 62 anni, per sapere quanto sarà la pensione è sufficiente applicare il relativo coefficiente di trasformazione per conoscere l’importo della pensione.

In questo caso è pari al 4,882%. Ne deriva una pensione di circa 14.650 euro all’anno ovvero 1.126 euro al mese.

Nuovo metodo di calcolo e confronto con il passato

Viene a questo punto spontaneo domandarsi quanto prenderebbe di pensione il lavoratore se uscisse con il vecchio metodo di calcolo. Ebbene, è evidente che sarebbe di più, anche se sapere esattamente quanto è difficile poiché alla parte retributiva dei versamenti si applicherebbe un metodo di calcolo diverso, basato su aliquote differenti e sulla retribuzione media percepita prima del 1996.

Approssimativamente c’è da dire che la parte retributiva della pensione per un lavoratore che matura quest’anno 41 anni di contributi sarebbe di 12 anni, cioè circa un terzo del montante contributivo. Su questa percentuale la pensione è calcolata con il metodo della riserva matematica che è più favorevole. Secondo le stime degli esperti, la differenza fra i due sistemi di calcolo, l’uno misto e l’altro contributivo, può condurre a una perdita fino al 17% dell’assegno.

Per chi può, quindi, vale la pena ritardare l’uscita aspettando di raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contribuzione (41 e 10 mesi per le donne). In questo caso si matura il diritto alla pensione anticipata che viene calcolata con il sistema misto, quindi senza alcuna penalizzazione. Nel frattempo, per i lavoratori dipendenti, vi è anche la possibilità di sfruttare il beneficio fiscale previsto dalla legge, più noto come ex bonus Maroni.

Riassumendo…

  • Il metodo di calcolo della pensione con Quota 103 da quest’anno è solo quello contributivo.
  • Per calcolare la pensione futura è sufficiente sapere quant’è il montante contributivo maturato.
  • La differenza con il vecchio sistema di calcolo implica una penalizzazione fino al 17% dell’importo della pensione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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