Quota 41, bonus per le mamme e per chi resta a lavoro fino a 70 anni: così si riducono i costi della riforma pensioni

I sindacati premono per pensioni flessibili a partire da 62 anni e premi per chi ritarda l’uscita. Anche maggiori tutele per le donne con figli.
3 anni fa
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pensione in due tranches

La riforma pensioni che verrà sarà incentrata sulla flessibilità in uscita. Questo comporterà disincentivi a lasciare anzi tempo il lavoro, ma anche premi per chi vi resta più a lungo.

Lo schema che governo e sindacati stanno cercando di mettere in piedi si baserà quindi su un compromesso. Ta le che, da un lato possa rendere sostenibile la spesa previdenziale, e dall’altro consentire ai lavoratori di andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla Fornero.

Quota 41 e uscita a 62 anni

Il progetto su cui i sindacati premono da tempo è semplice e lineare: in pensione a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.

Benché sul secondo punto ci si possa trovare quasi d’accordo stante che la Fornero prevede l’uscita anticipata a 41-42 anni e 10 mesi, sul secondo permangono incertezze.

Andare in pensione a 62 anni sarebbe possibile solo a fronte di una penalizzazione che, peraltro, i sindacanti hanno già messo in conto. Lo schema adottabile potrebbe essere quello dell’economista Michele Raitano che propone una penalizzazione per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 della vecchiaia.

Lo schema ricalca il modello tedesco, ma risulterebbe particolarmente penalizzante perché in Italia vige ancora il sistema di calcolo retributivo. In altre parole, per chi ha iniziato a lavorare presto e volesse uscire 3 anni prima dei 67 subirebbe una forte penalizzazione sul calcolo della pensione.

Bonus per le donne con figli e per chi ritarda la pensione

Viceversa, per chi intendesse ritardare la pensione bisognerebbe prevedere un premio, sempre sulla base di quanto avviene in Germania. Anche se, in questo caso, il metodo di calcolo misto rischierebbe di pesare troppo sui conti dell’Inps.

Per quanto riguarda le donne con figli, infine, sarebbe auspicabile un meccanismo che preveda degli sconti sull’età anagrafica. Un anno per ogni figlio, ad esempio, con un tetto massimo di 24 mesi.

Come avviene per Ape Sociale.

Attualmente questo sconto è già previsto per le pensioni di vecchiaia delle donne, ma vale poco. 4 mesi per ogni figlio per un massimo di 12 mesi se si hanno tre o più figli.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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