Quota 41 è, come noto, una misura a favore dei lavoratori precoci. Non tutti sanno però che può essere sfruttata anche come porta d’uscita per i disoccupati. Sulla scia dell’ape sociale anche quota 41 può aiutare chi ha perso il lavoro a pochi anni dai requisiti pensione.
Proponiamo questa riflessione per rispondere da un nostro lettore, operaio in una ditta di mobili, licenziato a maggio dopo 39 anni di lavoro. La Quota 41 è sfumata e così ogni possibilità di andare in pensione entro il 2026? Il nostro lettore ci scrive molto preoccupato.
A chi è destinati nata Quota 41 e che cosa prevede
Quota 41 non richiede requisiti anagrafici. Chi ha lavorato per 41 anni, con un anno almeno, anche se discontinuo, prima dei 19 anni di età, può smettere di lavorare senza dover aspettare di soffiare le 63 candeline o più. La decorrenza della pensione con quota 41 prevede una finestra di tre mesi. Attenzione però perché la quota 41 è destinata a caregiver, invalidi, lavori gravosi e disoccupati. Si avete letto bene l’ultima categoria citata. Anzi, per poter arrivare a perfezionare i requisiti quota 41, il disoccupato deve prima aver terminato di prendere tutta la NASPI assegnatagli dall’INPS.
Dalla Naspi alla Quota 41
La NASPI viene riconosciuta per la metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti la perdita del posto di lavoro. A conti fatti quindi, chi ha lavorato gli ultimi 4 anni in modo continuativo, può arrivare a prendere al massimo 24 mesi di indennità. Finita la Naspi si può fare domanda per la pensione con quota 41.
Quota 41 da disoccupati e senza tutti i requisiti: come è possibile?
Se il lettore si fosse dimesso non avrebbe preso la Naspi. Trattandosi di licenziamento, invece, gli spetta. E quindi potrà contare su due anni di contributi figurativi per la pensione.
Prima di dare false speranze però dobbiamo precisare un altro requisito della quota 41 che molti sottovalutano sbagliando i calcoli. Dei contributi accumulati (minimo 41), 35 dovranno essere effettivi (escluse quindi malattie, periodi di disoccupazione, ecc).
Riassumendo…
- La quota 41 prevede l’uscita dopo 41 anni di lavoro;
- Dei 41 anni 35 devono essere effettivi;
- Con 39 anni di contributi (di cui 35 anni effettivi) si può accedere alla quota 41 dopo i due anni di Naspi.