Non ci sarà alcuna riforma delle pensioni nell’immediato. Tuttavia, Marina Calderone, la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, ha anticipato la possibilità che venga introdotta quota 41. Dunque, il Governo vorrebbe partire da una misura meno impattante sulle Casse dello Stato, che però permetterebbe a tantissimi italiani di andare in pensione in via anticipata, scongiurando il rischio del ritorno della Legge Fornero.
Non sono ancora note nello specifico le modalità di applicazione della nuova quota 41, l’ipotesi più plausibile è quella di intervenire su quota 102 rivedendo al ribasso i requisiti anagrafici per fissare invece verso l’alto il monte contributivo.
Quota 41. Come si va in pensione oggi?
A oggi, quando si pensa a quota 41, vengono subito in mente i lavoratori precoci.
Tale aggettivo è associato a coloro che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età, e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione.
Per accedere a quota 41 è necessario trovarsi in precise condizioni, quale ad esempio: uno stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n.604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi; invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile; assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ecc.
Come riportato sul sito dell’INPS:
La pensione anticipata con requisito ridotto per i lavoratori cd. precoci, a far data dalla sua decorrenza, non è cumulabile con redditi da lavoro subordinato o autonomo prodotti in Italia o all’estero per il periodo di anticipo rispetto ai requisiti vigenti per la generalità dei lavoratori.
La nuova quota 41
In premessa, abbiamo già anticipato che non ci sarà alcuna riforma delle pensioni nel breve.
Tuttavia, si torna a parlare di quota 41. Nella concezione diversa di quelle vista sopra.
Infatti, con molta probabilità, il Governo potrebbe applicare quota 41 intervenendo sui requisiti di accesso richiesti per l’attuale quota 102.
A oggi, può andare in pensione con quota 102, chi rispetta:
- un requisito anagrafico pari almeno a 64 anni e
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Quota 102 può essere opzionata dagli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni (c. d. “quota 102”).
Detto ciò, il nuovo Governo sta lavorando a una nuova quota 102. In particolare, si abbasserebbe la quota anagrafica e si alzerebbe invece il monte contributivo a 41 anni. Nel complesso, si dovrebbe arrivare ad un’anzianità contributiva di 41 anni e un requisiti anagrafico di 61 anni. Quota 41 si aggiungerebbe alla misura che va in senso opposto ossia al bonus in busta paga per chi rimanda la pensione.