Quota 41 nel 2025 è ufficiale? Ecco i requisiti e le condizioni (non per tutti)

La riforma pensioni 2025 potrebbe prevedere l’introduzione di Quota 41. Una misura, a tutti gli effetti, più penalizzante del previsto.
3 mesi fa
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pensioni quota 41
Foto © Pixabay

Si riaccende il dibattito per l’introduzione di Quota 41 nel 2025. Il governo punta a sostituire Quota 103 che andrà a esaurimento a fine anno con una nuova formula di pensionamento anticipato che prevede l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Una strada che pare però irta di ostacoli e che non risolve minimamente il problema.

Quota 41 è più uno slogan politico che una reale soluzione, anche perché costerebbe più di Quota 103 e penalizzerebbe i lavoratori. Col rischio che la riforma pensioni diventi il solito specchietto per le allodole con il quale si vuole far vedere il bicchiere mezzo pieno quando invece è vuoto.

Anche perché la misura prevederebbe la liquidazione dell’assegno con il sistema contributivo.

Quota 41 a partire dal 2025, altro specchietto per le allodole

Ma perché Quota 41 per tutti dal 2025 non risolverà nulla? Secondo gli esperti questa soluzione non può reggersi, se non a fronte di forti penalizzazioni per i lavoratori. Il ricalcolo contributivo della pensione, stile Opzione Donna, penalizzerebbe molto coloro che possono far valere 41 anni di contributi, perché circa un terzo di questi ricadono nel sistema retributivo, cioè ante 1996, e decisamente più vantaggioso.

Chi avrà 41 anni di contributi, quindi, preferirà attendere i requisiti per la pensione anticipata secondo le regole Fornero che prevedono l’uscita a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’età. In questo caso la pensione sarebbe liquidata col sistema misto. Dunque varrà sicuramente la pena attendere un po’ di più per non rimetterci dal 15 al 20 per cento dell’importo calcolato.

Non solo. I lavoratori precoci, con 41 anni di contributi, non sceglieranno di certo questa opzione per andare in pensione anticipata. Preferiranno sicuramente far valere i requisiti richiesti per uscire con un assegno pieno e meritato. Come quelli di appartenere a categorie svantaggiate o trovarsi in condizioni di fragilità sociale.

Quota 41 è una riforma inutile

I media puntano sul fatto che Quota 41 sarà la soluzione ottimale e che la nuova formula coinvolgerà almeno 100 mila lavoratori. Contro i poco meno di 20 mila previsti quest’anno per Quota 103. Ma è tutto un parlare a vanvera senza conoscere nulla di come realmente stanno le cose. Per capirlo, bisogna partire dai dati e dalle previsioni di bilancio dell’Inps.

In altri termini, Quota 41, così come concepita, costerebbe almeno 10 miliardi in più per i primi tre anni. Soldi che lo Stato non può assolutamente mettere stando l’aggravarsi dell’equilibrio finanziario del Paese dovuto proprio alle pensioni. Le previsioni inserite nel Def approvato dal governo la scorsa primavera indicano che per il 2025 bisognerà puntellare la spesa pensionistica con altri 10 miliardi di euro. Soldi che serviranno in particolare per rivalutare le pensioni in pagamento e le nuove maggiori uscite.

Possibili vincoli e requisiti

In questo scenario, come si può immaginare che il governo faccia Quota 41 senza introdurre dei vincoli molto stringenti? Questo i media e i politici non raccontano per non perdere consenso, ma la riforma pensioni 2025 rischia di essere come il gioco delle tre carte, dove il banco vince sempre. Si dice, infatti, che la misura, se si farà, potrebbe essere accompagnata da un limitazione dei pagamenti con l’introduzione di un tetto massimo di pensione fino all’età della vecchiaia. Come avviene per Quota 103 dove la pensione è pagata per un importo massimo pari a 4 volte il valore del trattamento minimo.

Per Quota 41, essendo che bisognerà risparmiare come, se non di più, con Quota 103, il rischio è che si vada a corrispondere un importo più basso. Commisurando la cifra con la platea dei beneficiari, è ragionevole credere che si potrebbe arrivare a 2-2,5 volte l’importo del trattamento minimo fino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pernione di vecchiaia.

Quindi, altro che successo della Lega, sarà l’ennesima trappola per i lavoratori.

Riassumendo…

  • La riforma pensioni 2025 potrebbe essere quella che vede l’introduzione di Quota 41.
  • Quota 41 per tutti prevede l’uscita anticipata con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
  • Uno specchietto per le allodole che non risolve il problema delle pensioni anticipate.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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