Quota 41 per le donne potrebbe diventare quota 42 per gli uomini? Come canta Renato Zero con il brano Cercami: “Io sono qui, ti servirò, ti basterò. Non resterò, una riserva, questo no. Dopo di che, quale altra alternativa può salvarci. Io resto qui, mettendo a rischio i giorni miei, scomodo sì, perché non so tacere mai”.
Tanti sono gli ostacoli in cui ognuno di noi rischia di imbattersi nel corso della vita. In tutti questi casi non bisogna abbattersi, bensì cercare di trovare una soluzione grazie alla quale risolvere i problemi.
Lo sa bene il governo che è continuamente al lavoro per studiare delle misure grazie alle quali andare incontro alle esigenze dei cittadini. In particolare uno degli obiettivi da raggiungere entro fine legislatura dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è l’attuazione delle riforma delle pensioni.
Un intervento necessario, grazie al quale si intende allontanare lo spettro della Legge Fornero.
Pensioni 2025: arriva Quota 41 per tutti?
Stando alla normativa vigente gli uomini possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, a prescindere dal requisito anagrafico, a patto di aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi. Questa soglia è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. In vista del prossimo anno, però, il governo potrebbe introdurre delle novità. Tra queste si fa sempre più largo l’ipotesi della possibile introduzione di Quota 41 per tutti.
Grazie a tale opzione tutti i lavoratori potrebbero accedere al trattamento pensionistico a prescindere dal requisito anagrafico, purché abbiano maturato almeno 41 anni di contributi. Ne consegue che grazie a Quota 41 per tutti gli uomini potrebbero andare in pensione un anno e dieci mesi prima rispetto a quanto previsto dalle attuali disposizioni.
Quota 41 per le donne, per gli uomini diventa quota 42 ma c’è un rischio
Un’altra ipotesi che potrebbe finire al vaglio del governo potrebbe essere l’applicazione di Quota 41 per le donne e Quota 42 per gli uomini. In questo modo entrambi potrebbero uscire dal lavoro ben 10 mesi prima.
Non mancano comunque le critiche. In particolare alcune persone potrebbero considerare ingiusto e non equo permettere alle donne di uscire dal lavoro un anno prima rispetto agli uomini. Questo soprattutto considerando il fatto che, stando alle ultime stime, le donne hanno un’aspettativa di vita più alta rispetto agli uomini. Già ad oggi in realtà, come abbiamo già visto, la legge Fornero consente alle donne di accedere alla pensione anticipata con un anno in meno rispetto agli uomini.
Ma non solo, ci sono anche altre misure come, ad esempio, Opzione Donna, che sono destinate proprio al genere femminile. Questo non avviene perché si desidera costruire una strada preferenziale a favore delle donne. Bensì per garantire un valido aiuto alle lavoratrici che, nella maggior parte dei casi, si ritrovano alle prese sia con la propria attività lavorativa che con le faccende domestiche. Mansioni, quelle svolte tra le mura di casa, che non vengono retribuite e che non prevedono il riconoscimento dei contributi, pur rivelandosi un lavoro a tutti gli effetti.