Quota 41 per tutti resta l’obiettivo principale del governo nella prossima riforma pensioni. Lo ha dichiarato apertamente il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, in una recente intervista rilasciata al “Messaggero”.
I dubbi dei lavoratori, tuttavia, restano forti. Di fronte a tante e ripetute promesse da Roma, il risultato è che, negli anni, vuoi con un governo vuoi con l’altro, andare in pensione è diventato sempre più difficile e complicato. Le regole Fornero sono ormai tornate per tutti, già da tempo, e Quota 103 sembra solo una riforma di facciata che non serve a nulla.
Verso Quota 41 senza vincoli di età
Detto ciò, i confronti con sindacati e le associazioni datoriali sulla riforma delle pensioni 2024 prenderanno il via questo mese. Obiettivo principale del governo, come indicato dalla ministra del Lavoro Elvira Calderone, è quello di
“chiudere la stagione delle forme di accesso ai pensioni sperimentali e individuare l’accesso a pensioni più compatibili con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore e al contempo di ricambio generazionale dei datori di lavoro, evitando pericolosi ‘scaloni’ anagrafici”.
Si punta quindi a un sistema pensionistico più semplice da affiancare alle attuali regole ordinarie per le pensioni di vecchiaia a 67 anni. Secondo Freni, la scelta dell’esecutivo è chiara: il futuro è verso l’azzeramento dei limiti di età e l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi per tutti.
In altre parole, Quota 41 senza vincoli di età. Come già avviene per i lavoratori precoci. Il problema, tuttavia, resta quello dei costi. Secondo le prime simulazioni governative, se venisse adottata a partire dal 2024, Quota 41 costerebbe da sola nel primo biennio circa 3 miliardi di euro.
In pensione con Quota 103
Nel frattempo si va in pensione con Quota 103. Fino a fine 2023 si potrà lasciare il lavoro con 62 anni di età e con almeno 41 di contributi. Questa opzione sostituisce Quota 102 ed è stata proposta dal governo Meloni per evitare lo scalone con i requisiti Fornero.
Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, è necessario che l’importo della pensione maturata non superi di 5 volte quello del trattamento minimo. Vale a dire, circa 2.800 euro di pensione lorda ovvero 2.000 euro netti al mese, euro più euro meno.
Quota 103 è quindi riservata a pochi e non evita la Fornero. Un po’ per via del fatto che i requisiti saranno centrati nel 2023 solo da pochi lavoratori in grado di soddisfare entrambi i requisiti. Un po’ per via della convenienza. A conti fatti, chi è a un passo dalla pensione di vecchiaia o anticipata, Quota 103 non rappresenta la soluzione ideale.