Andare in pensione tornando alle pensioni di anzianità? Sicuramente c’è chi salterebbe dalla gioia per una cosa del genere. Figuriamoci se a tornare in attività fosse la quota 96, che era la misura parallela alla pensione di anzianità ante Fornero. Eppure, come si legge sul “Sole 24 Ore”, pare che sia emersa questa nuova strada che porta alla riforma delle pensioni. Strada alternativa alla quota 41 per tutti o misura ulteriore a questa. Solo il tempo lo dirà, anche se restano le difficoltà a varare la riforma e le ristrettezze economiche con cui deve fare i conti il governo.
“Buonasera, sono Rodolfo e volevo sapere le ultime novità sulla riforma delle pensioni. Volevo capire se nella mia situazione anagrafica e contributiva, potrei andare in pensione nel 2024 con qualche nuova misura. Premetto che nel 2024 arriverò a 60 anni di età ed avrò circa 36 anni di contributi. Cosa potrò fare?”
Il ritorno di quota 96 come soluzione alla riforma delle pensioni? semplice ipotesi o realtà?
Una semplice nuova ipotesi, difficile da realizzare, o concreta novità in vista della riforma delle pensioni? il dubbio per quello che si legge oggi su diversi siti e su diversi quotidiani,
è notevole. Ma il solo fatto che la novità parla di quota 96, basta e avanza per aumentare a dismisura le aspettative. Perché è proprio il rilancio di quota 96 la novità. Sembrerebbe, da quello che si legge, che il Governo avrebbe in mente di ripristinare, o quanto meno di introdurre una misura che ha quota 96 come base. A dire il vero, rispetto al passato, la misura di cui si parla oggi sarebbe limitata come platea, e forse con età di partenza diversa dal passato. Ma diventerebbe sicuramente una novità interessante per quanti si trovano davanti a delle età e dei contributi che probabilmente risultano oggi insufficienti per qualsiasi pensione.
Tante le ipotesi sulle nuove pensioni
Nuova ipotesi di nuova misura per la riforma delle pensioni. La quota 96 si aggiunge alle tante misure che da tempo sembra siano presenti sul tavolo della trattativa, o quanto meno, che balzano agli onori della cronaca ogni volta che si parla di previdenza. La quota 41 per tutti è senza dubbio la misura che maggiormente tiene banco. Ma c’è anche la pensione flessibile a 62 anni di età, oppure la pensione in due quote (contributiva subito, retributiva a 67 anni), come proposta a suo tempo anche dai vertici dell’INPS. Nulla se paragonate alla importanza che avrebbe una nuova quota 96. Anche se con qualche limitazione o qualche vincolo in più del passato.
La quota 96 e come funzionava fino al varo della riforma Fornero
Per andare in pensione prima del varo della riforma Fornero serviva raggiungere 40 anni di contributi. E a prescindere dall’età ecco garantita la pensione di anzianità. La Fornero cancellò la misura, e la sostituì con le pensioni anticipate. I requisiti per la pensione distaccata da qualsiasi collegamento all’età dei lavoratori, si inasprirono. Fino a diventare pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma sempre prima della riforma Fornero, c’era la possibilità per chi non arrivava a 40 anni di contributi, di andare in pensione a 60 anni di età con 35 anni di contributi. Ma serviva raggiungere la quota 96, sommando età e contributi. Misura molto sfruttata e molto popolare all’epoca.
La nuova quota 96: ecco la pensione anticipata secondo l’ultima ipotesi
Si parla di quota 41 per tutti, oppure di rinnovo della quota 103, o addirittura di ritornare alla vecchia quota 100. C’è un minimo comune denominatore a queste misure, ed è il termine “quota”.
Evidente però che 6 mesi di contributi ulteriori (35 anni e 6 mesi), e 6 mesi di età in più (60 anni e 6 mesi), completerebbero la soglia. Alla pari di chi per esempio ha 36 anni di contributi che in aggiunta a esattamente 60 anni di età produrrebbe lo stesso effetto.
Platea ridotta e limitazioni della nuova pensione quota 96
La nuova quota 96 però potrebbe nascere a platea circoscritta. Nel senso che la misura diventerebbe ad appannaggio degli addetti alle mansioni gravose (quelle per l’Ape sociale per esempio) e usuranti. Inoltre, verrebbe inasprito il requisito anagrafico, almeno stando a ciò che si legge in queste ore in giro. Magari finendo con il rendere meno flessibile la misura, imponendo i 61 anni come età minima per accedere alla pensione con almeno 35 anni di contributi, oppure partendo dai 62 anni di età, riducendo semmai il requisito contributivo.