“Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine. Per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale. Per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori”, affermava Confucio.
La famiglia, in effetti, è il cuore pulsante di ogni società. Per questo motivo è fondamentale che ogni governo metta in campo delle misure in grado di garantire un valido sostegno ai nuclei famigliari.
Basti pensare alle varie spese quotidiane che pesano inevitabilmente sulle nostre tasche. Da qui nasce la volontà del Governo di andare incontro alle esigenze dei cittadini introducendo delle importanti novità. Tra queste si annovera il quoziente familiare che potrebbe a breve affiancare, o addirittura sostituire, l’Isee. Ma cosa cambia? Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Le intenzioni del Governo Meloni
Il governo guidato da Giorgia Meloni è al lavoro per introdurre delle novità volte a favorire il rilancio dell’economia nostrana. Tra queste si annovera il quoziente familiare, il cui obiettivo sembra essere quello di sostenere le famiglie numerose e incentivare i giovani a formarne delle nuove. Più facile a dirsi che a farsi, dato che per garantire un valido supporto lo Stato dovrà necessariamente mettere le mani sulle voci del bilancio pubblico.
Proprio al fine di ovviare a tale problema si fa sempre più largo l’ipotesi che possa fare il suo debutto il quoziente familiare. Quest’ultimo, in pratica, si presenta come un sistema di tassazione che tiene in considerazione il numero dei componenti di un nucleo famigliare. A incidere maggiormente, pertanto, sarà ovviamente il numero di figli a carico.
Quoziente familiare e disabilità: ecco cosa cambia
Entrando nei dettagli, il quoziente famigliare prevede che l’importo dell’imposta venga calcolato prendendo in considerazione un coefficiente determinato in base al reddito complessivo della famiglia e al numero dei componenti. In pratica per ottenere il risultato finale bisognerà fare la somma dei redditi percepiti dalla famiglia e dividere il risultato per il numero dei membri. A questo punto sarà possibile applicare l’aliquota di riferimento.
Il valore del coefficiente differisce proprio in base al numero di persone che compongono la famiglia. In particolare sarà pari a 1 se il nucleo è composto da una sola persona. Il coefficiente è pari a 2 se formata da una coppia di coniugi o conviventi. A questi si aggiunge lo 0,5 per il primo e il secondo figlio, mentre è pari a 1 per ogni figlio dopo il secondo e 0,5 per genitori single con almeno un figlio a carico.
A partire dal terzo figlio in poi o se vi sogno figli disabili a carico, invece, il coefficiente può essere pari a massimo 4. Non si registrano variazione al coefficiente, invece, in caso di disabilità del soggetto richiedente. Se quest’ultimo, ad esempio, è un adulto single, allora si vedrà applicare come coefficiente il valore 1.