Chi si aspettava un annuncio della Banca Centrale Europea (BCE) in tema di tassi di interesse questa settimana, è rimasto deluso. L’istituto ha lasciato invariato il costo del denaro, un fatto che avrà frustrato migliaia di famiglie chiamate a pagare mensilmente la rata di un mutuo a tasso variabile. Sappiamo che negli ultimi tempi sono pochissime coloro che hanno acceso contratti simili, spaventati dall’impennata dei tassi sin dal 2022 dopo numerosi anni in cui erano rimasti a zero. Sono rimasti particolarmente scottati coloro che accesero un mutuo del genere poco prima dell’imprevisto ritorno dell’inflazione con annessa stretta monetaria.
Svolta monetaria rinviata a giugno
La buona notizia è che la BCE ha aperto al taglio dei tassi a giugno. In altre parole, ha preferito prendersi qualche altro mese di tempo prima di ridurre il costo del denaro, ma nei fatti la direzione è stata già presa. Questo avrà un impatto sulla rata del mutuo a tasso variabile. Il mercato sconta attualmente un calo dei tassi dello 0,75% rispetto ad oggi entro fine anno. C’è da dire che fino a poco tempo fa, le aspettative erano più nette. Si era arrivati a prevedere un calo dell’1,75%. Ma l’inflazione, pur in discesa, resta elevata e sopra il target del 2% nell’Eurozona.
Tassi in calo, buone notizie per famiglie
Prendendo per buone queste previsioni, ecco come cambierebbe nei prossimi mesi la rata di un mutuo a tasso variabile da 100.000 euro e della durata di 25 anni. Abbiamo ipotizzato uno spread dell’1,50%. Si tratta del margine che la banca applica sull’Euribor a 3 mesi, il tasso di riferimento che va per la maggiore per questa tipologia di prestiti. Ad aprile, pagheremmo poco meno di 610 euro, mentre a dicembre l’importo scenderebbe già intorno ai 565 euro.
Per fortuna, le previsioni dicono anche che la discesa dei tassi proseguirebbe nei prossimi anni fino a segnare l’1,80% da qui agli inizi del 2028. In realtà, ragionamenti a lungo termine non sono facili da compiere su una materia così delicata. Il livello dei tassi dipende dall’inflazione, che a sua volta è conseguenza dell’andamento dell’economia, di fattori extra-economici come guerre, pandemie e tensioni geopolitiche, ecc. Insomma, occupiamoci più sul periodo breve. La rata del mutuo a tasso variabile subirà una discreta discesa da qui ad un anno e mezzo.
Rata mutuo a tasso variabile ancora più cara
E’ altresì probabile che le banche optino per offrire perlopiù soluzioni a tasso fisso ai nuovi clienti. Anzi, starebbe già avvenendo da mesi. La ragione è semplice: i tassi scendono e non sappiamo fino a quale livello; meglio mettersi al sicuro incassando una rata d’importo certo, anche se momentaneamente più bassa della rata di un mutuo a tasso variabile. Per non parlare dei rischi di insolvenza per coloro che non sarebbero in futuro più in grado di pagare il prestito ricevuto, nel caso in cui i tassi rimanessero elevati a lungo.