Il fisco entra a gamba tesa. L’Agenzia delle entrate-riscossione, ADER, ha reso disponibile la nuova guida operativa sulle rateazioni per agevolare i contribuenti che intendono rateizzare cartelle o altri avvisi oggetto di riscossione. Nella guida vengono specificate anche le modalità per richiedere la rateazione delle cartelle con addebito delle singole rate sul proprio conto corrente. Dunque facciamo riferimento alla modalità di attivazione della c.d. domiciliazione bancaria.
Tuttavia, per i contribuenti c’è un’amara sorpresa. In caso di autorizzazione all’addebito sul conto post attivazione del piano di rateazione, laddove ci siano delle rate scadute e non pagate, il Fisco preleverà non solo la rata in scadenza post domiciliazione bancaria ma anche le rate scadute in precedenza.
La rateazione delle cartelle. Modalità di pagamento
Una volta richiesto all’ADER di pagare a rate, il contribuente ha diversi modi per pagare.
Infatti, il versamento della singola rata può essere effettuato:
- presso gli sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione;
- attraverso l’area riservata del sito web di AdeR o sull’app, utilizzando i riferimenti dei moduli di pagamento pagoPA;
- presso Poste, Banche, Tabaccai, circuito SISAL, Lottomatica – (l’elenco completo è disponibile sul sito www.pagopa.gov.it) utilizzando i moduli di pagamento pagoPA.
Il pagamento può essere effettuato anche mediante addebito diretto sul conto (SDD).
Rateazione cartelle. Il Fisco preleva dal conto corrente le rate scadute
Proprio rispetto a tale ultima modalità di pagamento (addebito sul conto corrente) nella guida sulla rateazione delle cartelle viene specificato che il contribuente deve comunicare il conto di addebito ad Agenzia delle entrate-Riscossione attraverso il servizio “Attiva/revoca mandato SDD piani di rateizzazione”. Tale servizio è disponibile nella sezione “Rateizza il debito” dell’area riservata sia delle imprese che dei privati.
Inoltre è possibile comunicare l’IBAN con l’apposito modello disponibile presso gli sportelli territoriali ADER.
Arriviamo così alla brutta sorpresa.
Infatti, la guida sulle cartelle specifica che:
La prima rata che verrà addebitata sarà quella con scadenza decorsi 30 giorni dalla data di consegna del mandato; contestualmente, saranno addebitate – con relativi interessi di mora – eventuali rate scadute in precedenza e non pagate.
In pratica il Fisco verificherà se ci sono rate scadute, in caso affermativo procederà al prelievo per il loro importo maggiorato dagli interessi.
Nei fatti, l’Agenzia delle entrate riscossione metterà mano al portafoglio dei contribuenti che magari avevano altre spese in conto. Si tratta di un comportamento più che scorretto posto che laddove ci siano delle rate non pagate entro un certo numero (il numero dipende dalla data di attivazione del piano di rateazione) il piano di rateazione deve comunque essere considerato ancora valido.
A ogni modo, la guida dovrà essere aggiornata in diversi parti posto che con la riforma della riscossione cambiano le regole di rateazione delle cartelle.
Ad esempio, per debiti sotto o pari a 120.000 euro, se si dichiara di “versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà” è previsto: un progressivo aumento delle rate richiedibili: su semplice richiesta del contribuente, la dilazione potrà essere concessa fino a 84 rate mensili per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026, a 96 per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028, a 108 per le richieste presentate a decorrere dal 1° gennaio 2029.
Conferma per la decadenza delle rate
La guida conferma anche le varie casistiche al verificarsi delle quali il piano di rateazione decade.
Anche qui bisogna prestare la massima attenzione.
Infatti:
- per le rateizzazioni in essere all’8 marzo 2020 (21 febbraio nel caso di soggetti residenti nella cosiddetta ex “zona rossa”), la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 18 rate anche non consecutive (come previsto dal “Decreto Fiscale”);
- per le rateizzazioni concesse dopo l’8 marzo 2020 e richieste fino al 31 dicembre 2021, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 10 rate anche non consecutive (come previsto dal “Decreto Ristori”);
- per le rateizzazioni presentate e concesse successivamente al 1° gennaio 2022, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive.
Per le rateizzazioni presentate dal 16 luglio 2022, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 8 rate anche non consecutive.
Riassumendo…
- L’Agenzia delle entrate ha pubblicato una guida sulla rateazione delle cartelle;
- l’ADER spiega anche come attivare l’addebito diretto sul conto per le rate;
- se ci sono rate scadute il fisco preleva il totale dovuto senza alcuna ulteriore autorizzazione.