Ravvedimento speciale 2023: nuove scadenze e vantaggi fiscali dopo la legge n. 170

La legge 170/2023 è approdata in Gazzetta Ufficiale e si riaprono con essa i termini per aderire al ravvedimento speciale
10 mesi fa
1 minuto di lettura
ravvedimento speciale dopo legge 170/2023
Foto © Pixabay

La Gazzetta Ufficiale del 28 novembre 2023 accoglie la pubblicazione della Legge n. 170/2023, di conversione del decreto Proroghe (decreto-legge n. 132/2023). Tra le misure confermate, spicca la riapertura dei termini per sfruttare la vantaggiosa opportunità del ravvedimento speciale, come previsto dalla legge di bilancio 2023.

Questa nuova disposizione offre un’occasione unica per coloro che non sono riusciti a completare la procedura entro la scadenza originaria. Approfittare del ravvedimento speciale consentirà di mettersi in regola con il fisco a condizioni estremamente favorevoli.

Cos’è il ravvedimento speciale

Il ravvedimento speciale, ricordiamo, rappresenta la possibilità di regolarizzare le violazioni commesse nelle dichiarazioni fiscali relative agli anni d’imposta 2021 e precedenti.

Per rimettersi in carreggiata con il fisco, è richiesto il versamento di una sanzione super ridotta, pari a 1/18 del minimo previsto dalla legge per il tipo di irregolarità commessa, oltre agli interessi e all’eventuale maggiore imposta dovuta. Il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione o in otto rate di pari importo.

Aderire, implicava la presentazione di una dichiarazione dei redditi integrativa entro il 30 settembre 2023, slittato al 2 ottobre a causa del fatto che la data originaria cadeva di sabato.

Termini di pagamento originari

La prima o unica rata del ravvedimento speciale andava versata anch’essa entro il 2 ottobre 2023. Per quelle successive (su cui cadono interessi al 2%), invece, il calendario di versamento originario prevede:

  • 31 ottobre 2023 – seconda rata
  • 30 novembre 2023 – terza rata
  • 20 dicembre 2023 – quarta rata
  • 31 marzo 2024 – quinta rata
  • 30 giugno 2024 – sesta rata
  • 30 settembre 2024 – settima rata
  • 20 dicembre 2024 – ottava rata.

Ravvedimento speciale riaperto: nuova opportunità

Il decreto Proroghe, ora convertito in legge, ha aperto nuovamente i termini. In sostanza, per coloro che non sono riusciti a rispettare la data del 2 ottobre 2023, è concessa la possibilità di perfezionare la procedura entro il 20 dicembre 2023.

Entro il 20 dicembre 2023, quindi, sarà possibile presentare la dichiarazione dei redditi integrativa e:

  • versare tutto l’importo dovuto in un’unica soluzione
  • oppure effettuare il pagamento in un’unica soluzione delle prime 4 rate.

Nella seconda ipotesi di cui sopra, dalla quinta rata in poi, le scadenze continueranno poi secondo il piano di rateizzazione ordinario, ossia

  • 31 marzo 2024 per la quinta rata
  • 30 giugno 2024 per la sesta
  • 30 settembre 2024 per la settima
  • 20 dicembre 2024 per l’ottava.

Resta fermo che, il mancato pagamento entro il 20 dicembre, anche parziale, non farà ritenere il ravvedimento stesso perfezionato, con conseguente decadenza e iscrizione a ruolo.

Per le rate successive, invece, la decadenza dal ravvedimento speciale si verifica se non si paga entro la scadenza della rata successiva.

Riassumendo

  • la legge di conversione del decreto Proroghe (decreto-legge n. 132/2023) riapre il ravvedimento speciale
  • questa chance consente di mettersi in regola con il fisco a condizioni estremamente favorevoli per coloro che non riusciti a farlo entro il 30 settembre 2023 (ovvero 2 ottobre)
  • il nuovo termine di perfezionamento dell’adesione è stabilito al 20 dicembre 2023.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Imu
Articolo precedente

Da seconda casa ad abitazione principale, la verifica dell’esenzione IMU

ricarica smartphone
Articolo seguente

Ricarica smartphone, quanto consuma e cosa si rischia di notte?