La Corte di Cassazione ha ribadito con la sentenza 41467 del 4 ottobre 2016, che per il reato di abuso sessuale è sufficiente la testimonianza della vittima.
Le dichiarazioni della vittima, infatti, nelle condanne per reati sessuali, si ritengono attendibili fino a prova contraria: per provare, quindi, la falsità dell’accusa bisogna dimostrare che l’accusa mente
Prove testimoniali: quanto valgono?
Solitamente se il testimone è il denunciante ha tutto l’interesse a che l’imputato venga condannato, e quindi le sue parole dovranno essere confermate anche da altri testimoni.
Se si tratta di una violenza sessuale, invece, e se la testimone è la vittima stessa, le sue dichiarazioni saranno considerate vere dal giudice anche in mancanza di testimoni che confermino le sue parole.
Questo perchè di solito durante un abuso sessuale la vittima è sola e non sono presenti testimoni oculari. Proprio per questo motivo può accadere che il giudice prenderà per vera la testimonianza della vittima anche quando ci sono altri testimoni che danno una versione dei fatti differente.
Se l’imputato è innocente come lo dimostra?
Dimostrare la propria innocenza nel caso di accusa di abuso sessuale non è davvero semplice. L’unica possibilità che si ha per dimostrare di non aver commesso il reato è quella di avere un alibi o quella di cercare di chiarire perchè la vittima stia dichiarando il falso.