Reclusione fino a 1 anno e 4 mesi per una vincita al gioco non dichiarata? Ecco quando il rischio è concreto

Vincita non dichiarata, alcune volte si rischia davvero di finire in carcere? Ecco la verità e quando questo rischio è concreto.
1 anno fa
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Vincite al gioco e rischio carcere
Foto © Pixabay

Ma è vero che una vincita al gioco può portare il “fortunato” a rischiare la galera? Questa domanda anche se strana trova in diversi casi di cronaca la condizione che la rende non tanto campata in aria. Per esempio, come si legge su diversi siti e quotidiani, una donna avrebbe vinto oltre 100mila euro su un casinò on line e adesso rischia di finire in guai seri. Iniziamo con il dire a chi ci chiede spiegazioni, che vincere al gioco non è un reato.

Naturalmente siamo a favore del “gioco responsabile” e suggeriamo di evitare il gioco d’azzardo perché dà dipendenza ed è pericoloso. Ma non dobbiamo fare certo allarmismo dicendo che le vincite al gioco portano al carcere. Tutto dipende da ciò che il diretto interessato fa e cosa non fa dopo aver vinto al gioco.

“Salve, ho letto che ci sono persone che dopo aver vinto al gioco, rischiano di finire in carcere. Sono seriamente preoccupato perché ad agosto ho avuto la fortuna di vincere 20.000 euro a un Gratta e Vinci. Ho incassato la cifra, al netto delle tasse che lo Stato prevede e i soldi sono finiti nel mio conto corrente. Non è che devo fare qualcosa per mettermi in regola?”

Reclusione fino ad 1 anno e 4 mesi per una vincita al gioco non dichiarata? Ecco quando il rischio è concreto

Ripetiamo, vincere al gioco non è reato. Soprattutto se le vincite derivano da lotterie e giochi che sono regolari in Italia. Perché sono numerosi i giochi che lo Stato offre ai cittadini, in barba a qualsiasi regola morale che lo Stato dovrebbe adottare per sostenere le persone dall’allontanarsi dal gioco d’azzardo.

Per esempio i Gratta e Vinci che si trovano al tabaccaio, al bar e perfino al supermercato, sono perfettamente legali. L’interesse dello Stato è quello di guadagnare soldi. Inoltre le vincite al Gratta e Vinci, come dimostra il nostro lettore sono già tassate alla fonte, perché per quelle superiori a 500 euro lo Stato trattiene il 20%.

Il problema possono essere dei siti illegali in Italia, che permettono di giocare senza passare prima dall’Erario.

Infatti sono numerosi i siti che non sono riconosciuti in Italia ma su cui i cittadini giocano e scommettono. E le vincite non vengono tassate. E il problema può essere questo, per chi rischia guai seri. Ma il carcere non è un problema amministrativo collegato alle tasse evase.

I casi di cronaca che mettono in mostra il rischio di finire in galera per una vincita, partono da altro. Parliamo di truffe ai danni dello Stato. Perché magari il vincitore di grosse somme, continua nonostante la vincita, a sfruttare aiuti di Stato. E in questo caso esiste il reato di falso ideologico o di truffa ai danni dello Stato.

Aiuti di Stato e vincite al gioco, cosa succede?

Per esempio, prendere il reddito di cittadinanza è qualcosa che lo Stato offre a chi ha redditi entro determinate soglie (basse), che non può vivere senza l’aiuto del sussidio. Evidente che chi vince 100.000 euro al gioco, non dovrebbe più avere bisogno del sussidio. La Guardia di Finanza ha la possibilità di verificare anche la banca dati dei conti gioco. E se immaginiamo l’incrocio di questa banca dati, con quella dell’anagrafe dei conti correnti, evidente che la verifica sulla condizione patrimoniale di un soggetto è davvero facile.

La truffa ai danni dello Stato nasce dal fatto che chi vince al gioco e prende il sussidio, dovrebbe tempestivamente comunicare all’INPS la vincita. In modo tale da consentire a chi versa il sussidio di ricalcolare il valore, oppure di revocarlo se la vincita porta a superare le soglie reddituali e patrimoniali previste.

Ecco perché a volte i rischi sono elevati non dichiarando la vincita

Chi non dichiara le vincite e continua a percepire il sussidio, rischia una condanna per truffa ai danni dello Stato. Perché continuando a percepire il sussidio non fa una cosa lecita. Oltre a subire la revoca del sussidio, chi incappa in questa situazione rischia la reclusione. E come per esempio scrivono sul Messaggero in relazione a una donna di Roma che ha vinto diverse volte alle slot machine on line, il PM incaricato da una operazione della Guardia di Finanza avrebbe chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione.

Tra ISEE e diritto ad un aiuto di Stato

Naturalmente da caso a caso cambia tutto. Ripetiamo, vietati gli allarmismi, soprattutto per chi, come il nostro lettore, ha giocato e vinto a un gioco regolarmente autorizzato in Italia e perfino tassato. Se il nostro lettore fosse un beneficiario di un sussidio, la comunicazione di quanto recuperato con il gioco, dovrebbe comunque essere fatta.

A dire il vero, i soldi finiti sul conto corrente saranno comunque presi in considerazione nell’ISEE, che è lo strumento utile a prendere un sussidio. Ma solo quando l’ISEE prenderà in considerazione l’anno 2023, cioè nel 2025. Oltretutto spesso ai giocatori vengono contestate vincite lorde e non nette.

In parole povere, spesso si contestano le vincite senza considerare le perdite. Per il giocatore che anche a fronte di una vincita, non ha visto cambiare la situazione patrimoniale per via delle precedenti o successive grandi perdite, alcuni Tribunali hanno sancito la non punibilità della situazione. Molto cambia quindi da caso a caso.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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