Tasso di occupazione in ulteriore crescita all’ennesimo record, disoccupazione in calo e inattivi stabili. Sono questi i numeri del mercato del lavoro in Italia per il mese di aprile. I posti di lavoro creati sono stati 84 mila rispetto a marzo e 516 mila in un anno, raggiungendo le 23 milioni 975 mila unità. In termini percentuali, valgono il 62,3% della popolazione in età lavorativa. Viceversa, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,9%, ai minimi da fine 2008. A dispetto di chi, come i sindacati, sostengono che stia aumentando la precarietà, i dati dell’Istat smentiscono totalmente questa affermazione destituita di fondamento: su base annua, sono aumentati di 444 mila unità i posti di lavoro subordinati a tempo indeterminato, mentre sono diminuiti di 82 mila quelli a termine.
Record occupazione, inattivi al 33%
Il tasso di inattività è rimasto invariato al 33%, pari a 12 milioni 284 mila persone che non lavorano e non cercano un lavoro. Questo resta il grande neo del nostro mercato del lavoro, un dato troppo alto rispetto agli altri paesi. Consideriamo anche il fatto che il tasso di occupazione sia in media superiore al 70% nell’Unione Europea e che l’Italia figura in fondo alla classifica, a causa della infima occupazione femminile, come vedremo. Ad ogni modo, le variazioni sono decisamente positive.
Bilancio dei primi 18 mesi di governo Meloni
E aprile segnava esattamente un anno e mezzo dalla nascita del governo di Giorgia Meloni. Tempo per un bilancio preliminare. In questo lasso di tempo, il numero degli occupati è cresciuto di 724 mila unità. Di questi, 365 mila sono uomini e 359 mila donne. L’occupazione maschile è aumentata dell’1,6% al 71,1%, quella femminile dell’1,7% al 53,4%. Nel complesso, l’occupazione ha segnato un aumento dell’1,7%. Nel frattempo, la disoccupazione è scesa dell’1,1%, pari a -203 mila persone in cerca di lavoro. Crollato di 448 mila unità anche il numero degli inattivi, che in percentuale ha segnato un calo dell’1,2%.
Dei nuovi posti di lavoro creati in diciotto mesi di governo Meloni, 662 mila sono stati a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine sono scesi di 109 mila. E sono saliti anche i lavoratori autonomi di 172 mila. Numeri molto favorevoli all’esecutivo, anche se ci teniamo a precisare che non stiamo mettendoli in relazione alle sue politiche. Semplicemente, è indubbio che il trend sia stato positivo sotto di esso.
Precarietà in calo, bassi stipendi tema vero
Come la mettiamo con la storia che la precarietà cresca? Se il riferimento fosse ai contratti a termine, si tratta di una balla. Altra cosa ammettere che lavorare oggi non equivale automaticamente a percepire una retribuzione con cui si è in grado di vivere dignitosamente. Il tema dei bassi stipendi è serissimo, come dimostrano tutti i dati nazionali e internazionali sul tema. Siamo stati l’unico paese ad avere registrato un calo in termini reali da inizio anni Novanta.
Occupazione bassa nel confronto internazionale
In conclusione, il mercato del lavoro in Italia procede positivamente. L’occupazione ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, allontanandosi definitivamente da quella soglia del 60% che sembrava impossibile da raggiungere soltanto fino a qualche anno fa. Il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 7%, così come la percentuale di inattivi si è stabilizzata intorno al 33%. La stessa occupazione femminile aumenta, pur restando molto bassa nel confronto con gli altri stati. E le distanze con l’occupazione maschile restano inchiodate a poco meno del 18%. Servono tanti altri passi ancora da compiere prima di poterci dire soddisfatti, ma la direzione imboccata da tempo è senz’altro giusta.