Le detrazioni fiscali non sono altro che un recupero che lo Stato mette a disposizione dei contribuenti, sulle tasse che hanno pagato. Parliamo di IRPEF, cioè dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Una imposta che ogni contribuente deve versare sul reddito che produce. I lavoratori autonomi la versano da soli, dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi. I lavoratori dipendenti la versano mese per mese con trattenute da parte del datore di lavoro in busta paga.
E nel caso in cui un contribuente abbia redditi ulteriori rispetto a quelli erogati da un datore di lavoro, completerà i versamenti dell’IRPEF con i conguagli con le dichiarazioni dei redditi.
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Il quesito giunto in redazione
“Buonasera, sono un contribuente che ha ristrutturato casa nel 2020. Ho sfruttato la detrazione e quindi con ogni dichiarazione dei redditi ho scaricato le spese di ristrutturazione da cui ho goduto di una detrazione al 50%. La detrazione devo sfruttarla in 5 annualità consecutive di 730. Solo che adesso ho un problema. Nel 2023 ho lavorato solo da gennaio a giugno. Secondo i miei calcoli, non ho capienza fiscale per poter proseguire a recuperare ciò che dovrebbe spettare di diritto. Come si fa in questi casi a non perdere la detrazione? Premetto che da giugno 2023 ad oggi, non ho più lavorato e proseguendo così, nel 2025 potrei anche non dover presentare la dichiarazione dei redditi. Significa che perdo gli ultimi due anni di detrazione?”
Recuperare le detrazioni con il 730, lo sai che rischi di perdere tanto e per sempre?
Il problema delle detrazioni fiscali e della capienza fiscale è un problema che si è amplificato a dismisura con il varo del tanto discusso Superbonus al 110%.
Lo Stato non regala nulla, perché ciò che un contribuente recupera con le detrazioni (e non solo per quelle edilizie), non è altro che l’importo delle tasse che ha versato. In pratica, in assenza di imposte pagate non si può scaricare nulla. E se le imposte pagate sono inferiori a ciò che si porta in detrazione, non tutto ciò che sembrerebbe spettare viene recuperato.
Si chiama capienza fiscale proprio perché è l’importo massimo che lo Stato può restituire sotto forma di detrazione. E per gli incapienti i guai sono tanti, perché soprattutto per detrazioni che partono da lontano, il rischio di diventare incapienti non è del tutto assente.
Ecco quando nulla si può fare per recuperare ciò che si perde
Il meccanismo con cui si concede la possibilità di detrarre nel tempo le spese di ristrutturazione ai contribuenti non è del tutto esente da problematiche. Sono infatti state previste alternative alla detrazione personale, agevolando anche i cosiddetti incapienti, con lo sconto in fattura e la cessione del credito.
Soluzioni queste che permettono a un contribuente di poter godere immediatamente del bonus. Il caso del nostro lettore è emblematico perché ha sfruttato la detrazione fino a quando ne ha avuto la possibilità. E oggi, senza lavoro e senza più i redditi di prima, il lettore è diventato incapiente.
Le risposte dell’Agenzia delle Entrate non lasciano dubbio alcuno sulle detrazioni
Cosa succede se una rata della detrazione rischia di non poter essere sfruttata perché supera l’IRPEF versata? Per casi di questo genere non mancano le risposte dell’Agenzia delle Entrate.
La parte di detrazione che non trova capienza, di fatto è perduta. Perché non può nemmeno essere utilizzata nelle annualità successive. Un rischio che, come dicevamo, con il Superbonus si è ampliato. Per chi non ha scelto cessione del credito o sconto in fattura, la detrazione autonoma era per 10 anni. Ma chi oggi può essere certo di essere capiente per 10 anni consecutivi? Alla luce della situazione del mondo del lavoro oggi, crediamo che questo sia una certezza solo per pochi eletti.