Con circa tre mesi di ritardo, rispetto alle previsioni, è stato firmato il decreto attuativo per la messa in atto del nuovo “Reddito alimentare”. Una misura di sostegno per le famiglie italiane che versano in situazioni di difficoltà economica tale da non potersi permettere nemmeno di acquistare da mangiare per il quotidiano.
Un’iniziativa voluta dal legislatore con la legge di bilancio 2023 e per adesso prevista solo in via sperimentale. Come vedremo non si tratta di un contributo monetario, come ad esempio lo è il reddito di cittadinanza o altre misure di aiuto contro la povertà.
Le risorse stanziate alla scopo ammontano a complessivi 3,5 milioni di euro, di cui 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro a decorrere dal 2024.
Cos’è il reddito alimentare
Come detto, il reddito alimentare è previsto dalla Legge di bilancio 2023. Si affianca ad altre misure avente lo stesso scopo, come ad esempio, la nuova carta acquisti.
Si concretizza in un contributo nella forma della distribuzione di pacchi realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare. Dunque, nel pacco il destinatario troverà beni alimentari di prima necessità pane, pasta, latte, formaggi, acqua, ecc.
La manovra stessa indica anche le modalità con cui il pacco deve essere prenotato e distribuito. La prenotazione dovrà avvenire mediante un’app e il pacco dovrà essere ritirato presso uno dei centri di distribuzione ovvero ricevuto direttamente a domicilio in caso di categorie fragili (come i disabili).
Il decreto attuativo del reddito alimentare
La legge di bilancio 2023 rimandava ad un futuro decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali la definizione delle modalità attuative di questa misura.
Un provvedimento che doveva essere emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della manovra stessa. Quindi, entro 60 giorni dal 1° gennaio 2023.
I tempi non sono stati rispettati, visto che il decreto sul reddito alimentare è stato firmato solo il 26 maggio 2023.
Nel provvedimento si legge che il reddito alimentare sarà per adesso solo in via sperimentale per 3 anni. E interesserà solo i comuni capoluogo delle città metropolitane del nostro territorio ed individuati in Conferenza Unificata.
I soggetti che possono usufruire del beneficio possono essere i medesimi di cui agli elenchi detenuti dalle Organizzazioni partner Territoriali (OpT) della distribuzione del programma FEAD. Nonché altri soggetti segnalati dai servizi sociali territoriali competenti e/o da altre organizzazioni del Terzo Settore operanti sul territorio.
Ogni comune dovrà presentare il proprio progetto di reddito alimentare. A questo scopo seguirà un avviso non competitivo a cura della Direzione Generale per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Riassumendo…
- il reddito alimentare è previsto dalla legge di bilancio 2023
- non è un contributo monetario
- si concretizza nella distribuzione di pacchi formati con l’invenduto della distribuzione alimentare che volontariamente aderisce all’iniziativa
- per adesso è sperimentale (è previsto solo per 3 anni e nei comuni capoluoghi delle città metropolitane individuati in Conferenza Unificata)
- i progetti del reddito alimentare devono essere presentati dai comuni
- è stato firmato il decreto attuativo 26 maggio 2023.